Archivio Attivo Arte Contemporanea
http://www.caldarelli.it


Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico documentativo
Galliano Mazzon

L'essenza dell'essere
di: Rosabianca Mascetti

1965-2005 la galleria d'arte “Il Salotto” entra quest'anno nel suo quarantesimo anno di attività proponendo una mostra di opere di Galliano Mazzon maestro dell'avanguardia astratta (Camisano Vicentino 1896 -Milano 1978) che proprio nel lontano 1965, con una sua personale al Salotto, contribuiva a concretizzare un progetto artistico che la famiglia Caldarelli continua a portare avanti in Como da due generazioni. "Tra i primi iniziatori dell'arte astratta in Italia" come lo ebbe a definire Mario Radice in una sua presentazione. Galliano Mazzon fu pittore, scrittore e poeta. Nato da famiglia veneta emigrata in Brasile, crebbe alla periferia di San Paolo conducendo una vita non facile a cui spesso si sottraeva con lunghe fughe nel Matos e nel Sertao, scegliendo la compagnia degli indigeni, pescando negli stagni e cacciando serpenti. Scoppiata la prima guerra mondiale rientra in Italia come volontario e nel 1917 perde la mano destra in combattimento sul Monte Santo. A questo punto la sua vita cambia completamente. Deve ricominciare tutto daccapo, accettare l'handicap e ritornare sui banchi di scuola perché il suo diploma non è valido in Italia, ci riuscirà brillantemente e a questo punto sceglie di seguire le sue già innate attitudini artistiche iscrivendosi a Brera e successivamente diventando insegnante a sua volta sperimentando fin dal 1932 un metodo innovativo riconosciuto internazionalmente a tutt'oggi come "Scuola Mazzon". Insegnava a "vedere" le cose e le persone non con gli occhi fisici ma con gli occhi dell'anima, a trasfigurare la realtà attraverso l'emozione, la fantasia, l'immaginazione, il sogno. Grande sperimentatore, attento osservatore dei molti fermenti artistici che nel secondo dopoguerra si vanno presentando, la sua lunga carriera, ha avvio nel 1947 con l'invito di Alberto Sartoris ad esporre al Salon des Réalités Nouvelles di Parigi e, sempre nello stesso anno, con la sua partecipazione alla Mostra d'arte astratta e concreta a Palazzo Reale di Milano accanto ad artisti come Graeser, Kandinsky, Klee, Bill, Lohse, Arp Vantongerloo ed altri. Nel 1948 è tra i primi ad aderire al Movimento Arte Concreta fondato da Soldati, Dorfles, Munari, Monnet , sua moglie Giulia Sala Mazzon ne assumerà la segreteria. Quella di Mazzon è sempre stata una ricerca rigorosa, puntuale e attenta in cui lo spazio viene indagano e analizzato, in un alternarsi di pieni e di vuoti, in un continuo superamento di luci e ombre, per dar luogo ad una pittura fondata essenzialmente sulla Forma-Colore. su semplici moduli geometrici, mai statici, che diventano vibranti e palpitanti grazie allo studio delle proprietà timbrica e tonale del colore. Sono forme che traducono una costante ricerca di equilibrio tra assoluto e relativo tra presente e passato tra intuizione e pensiero tra realtà ed astrazione, sostenute da un vitalismo di energie come primigenie, da lui conosciuto da adolescente nella foresta brasiliana a stretto contatto con gli indigeni. Da qui anche questa sua capacità di trattare il colore in modo assoluto, rigoroso sempre in armonia, mai con costrizioni perché - sempre citando le parole di Mario Radice "tutto appare nitido, terso e chiaro come se vi soffiasse il vento" . Ed è infatti il vento di una costante fantasticheria, di un continuo meditare sulla vita che sottende le forme di Mazzon. Ed è su questo aspetto meno noto dell'artista che l'attuale mostra intende attirare l'attenzione attraverso disegni e scritti che sono sogni poetici, sogni pittorici, meditazioni, contemplazioni, precise osservazioni sulla vita, sull'essere e sull'infinito, elaborate e spiritualizzate sulla tela o sulla carta. Un incontro-scontro tra fantasia e logica, tra metodo e ispirazione, tra istinto e fede: il suo è un mondo fatto di sentimenti e di sogno, i suoi racconti sono ricchi di lirismo e umanità, persino le carte goffrate piene di geroglifici, ideogrammi, anche gli alfabeti più astratti e incomprensibili contengono, anche se magistralmente occultata, una riflessione sul mondo e sulle cose. In mostra viene presentato anche il volume in 12 tavole "L'essenza dell'essere" ovvero Fuga di Galliano Mazzon verso gli altipiani. Una sorta di autodichiarazione del 1972 nella quale si racchiude la sua filosofia di vita: seguendo la mistica orientale, di cui era profondo conoscitore, gli altipiani rappresentano la via per la ricerca meditata della coscienza verso la possibilità di captare la rivelazione creativa, per elevare il livello generale della personalità. "Non isolarsi dalla realtà quotidiana ma viverla tutta e con intensità, mai fuga dalle responsabilità e dai doveri della vita, ma procedere verso gli altipiani dello spirito".

Rosabianca Mascetti - Como, marzo 2005


Galliano Mazzon
di: Mario Radice

Vi sono oggi in Italia innumerevoli uomini e donne che dipingono; migliaia, decine di migliaia forse; fra questi pochi veri pittori, supponiamo cento o centocinquanta di ogni corrente o tendenze che si distinguono degli altri, non soltanto perché le loro voce è più penetrante ed affascinante ma perché va più in alto e rimane più e lungo nel profondo dell’animo di coloro che l’ascoltano.
Questi cento o centocinquanta artisti si conoscono fra loro e fra loro si riconoscono nonostante gli inevitabili contrasti di tendenza o corrente, o meglio: nonostante il loro stato permanente di guerra totale senza esclusione di colpi.
Insisto sul fatto reale che, quasi senza eccezione, si riconoscono tra loro perché è ormai scomparsa la figura del vate solitario ed anche quella del vecchio maestro che ignora o ostenta di ignorare ciò che fanno i colleghi.
Fra questi cento va incluso, come è ovvio, Galliano Mazzon che è stato uno dei primi in Italia - negli anni trenta - a dipingere astratto. Non è affatto sufficiente a comprovare la validità di un artista essere stato uno degli iniziatori e magari l’iniziatore di un movimento o di una corrente: è un buon segno, ma non è un segno sufficiente come molti credono. Uno dei primi nel tempo può essere mediocre e potrei citare parecchi esempi. Occorre poi distinguere sempre se una corrente è diretta verso un decadimento o verso una rinascita, verso un ordine maggiore, oppure verso il caos, verso il bene o verso il male. Chi fa oggi queste distinzioni che sembrerebbero doverose e persino ovvie?
E’ vero che certi movimenti evidentemente suscitatori di confusione e disordine portano talvolta qualche vantaggio, il tachismo e 1’ informale ad esempio ridiedero vita, nei dipinti, a certe vibrazioni particolari che parevano dimenticate ed a certe altre nuovissime. Similmente la guerra stimola il progresso scientifico: anche dal male incommensurabile insomma può nascere qualche provvidenziale vantaggio. Però la guerra rimane il peggiore dei mali e il disordine in arte pure.
E’ difficile delineare chiaramente la bella, simpatica ed esemplare figura di Galliano Mazzon. Egli è indubbiamente uno dei cento e ricordiamo che questo è un numero piccolissimo in confronto alla massa di coloro che premono, si agitano ed urlano, ma dicono zero. Ricordiamoci che ci sono in Italia oggi più generali d’esercito che pittori e più ministri e sottosegretari ed ex ministri che pittori autentici, I nomi dei generali e dei ministri sono scritti nei registri dai rispettivi ministeri e nessuno osa mettere in dubbio il loro grado.
Il grado di un pittore non è invece dimostrabile a parole. Il critico accerta e conferma il prima e il
dopo di un movimento e determina l’importanza di un artista nella sua corrente. Inoltre discute, studia, approfondisce il modo con il quale un artista ha svolto un tema; segnala infine i presumibili motivi per i quali un tema è stato scelto ed in quale maniera è stata sviluppata la trama della vicenda pittorica.
Ma la critica rimane inevitabilmente estranea al nocciolo della questione. Il nocciolo della questione non si manifesta con la balle parole, rimane inesprimibile ad il consenso viene dato all’autore in silenzio, con una stretta di mano.
Non è mai tuttavia il critico il primo a capire la bellezza di un’opera; è sempre un pittore anche quando è nemico mortale del suo collega. La fama di un artista sorge sempre per opera dei colleghi del gruppo dei cento nonostante le baruffe ed i soprusi, le angherie e le cattiverie di ogni sorta. Il critico arriva dopo a tenta di motivare ciò che è già stato sanzionato dagli artisti tra loro. Se i veri artisti fossero muti, il critico cesserebbe forse di esistere e rimarrebbero, con gli artisti, gli storici dall’arte.
Mazzon è un autentico pittore non dunque perchè sia stato, come ho detto, uno dei primi iniziatori dell’arte estratta in Italia me perchè le sue opere più significative, qualcuna degli anni trenta qualche altra degli anni cinquanta, sono attuali e lo saranno sempre.
Questo importa, che l’opera abbia vita, che sie efficace, che non muoia. Quando ciò si avvera la data non ha più importanza, si può dimenticarla oppure affidarla agli storici che la trascrivano sulle loro carte.
L’opera d’arte non è oggetto di consumo. Chi parla di fruizione e di consumo ammette implicitamente che sta parlando di opere di artigianato, equivalenti a cappelli, vestiti, scarpe, sedie ed utensili di ogni tipo. Tutti i veri pittori prima di essere tali sono artigiani. Non c’è pittore autentico che non sia prima ottimo artigiano. Me l’artigianato è paragonabile al piano di partenza con il trampolino di lancio. Senza il trampolino è impossibile spiccare il volo, ma per volare occorrono le ali e chi non le ha ricade come un sasso.
I dipinti migliori di Mazzon sono vere opere d’arte. E’ impossibile dimostrarlo come ho già detto, ma dovete pur fidarvi un poco della mia parola almeno in un primo tempo. Altrimenti e che cosa servirebbe la presentazione? Non tutti i quadri sono della stessa altezza evidentemente, ma i più significativi sono veramente pregevoli e danno luce anche egli altri che hanno più breve respiro.
Le opere migliori sono quelle come Interno luminoso (1950) e Diagonale in movimento (1950). Fra le opere più recenti (1964-1965) costruite con apparente semplicità, della composizione armoniosa e dai colori squillanti in vivace accordo tra loro, ricordo Variazioni in verde-azzurro e Le stagioni.
Il carattere principale dell’arte attuale di Galliano Mazzon sono i colori squillanti nell’ordinata ed armonica composizione formale. Nei suoi più importanti dipinti di oggi non vi sono morbide penombre e nemmeno sfumature tra una campitura e l’altra; tutto appare nitido, terso e chiaro come se vi soffiasse il vento. Ogni elemento delle strutture architetturale appare in maniera aperta ed esplicita e necessaria.
Galliano Mazzon non è un mestierante. Di mestieranti è pieno zeppo il mondo dell’arte; parlano solo di premi, mostre, quattrini e punti, non parlano che di affari. I veri artisti come Mezzon non parlano che delle loro arte, ignorano o si curano poco delle questioni pratiche.
Mazzon è un pittore pieno di entusiasmo ed infonde la propria passione in tutti colore che lo avvicinano. Tento entusiasmo ha suscitato in molti suoi giovanissimi discepoli che la Scuola Mazzon di alcuni anni fa è ricordata ancor oggi nel mondo e particolarmente in America. Grazie al cielo questo è possibile dimostrarlo; basta guardare le copertine dell’ultimo numero di Selezione con due esempi significativi di pitture della Scuola Mazzon.

Mario Radice - Como, 29 novembre 1965

 

 

indice | archivio fotografico | biografia | testi | opere | mostre tematiche
homepage del sito | storia della galleria


Il Copyright © relativo ai testi e alle immagini appartiene ai relativi autori per informazioni scrivete a
miccal@caldarelli.it