Archivio Attivo Arte Contemporanea
http://www.caldarelli.it


Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico documentativo

31 ottobre -19 novembre 1982
-Le tentazioni di Sant'Antonio
mostra personale di
Malek Pansera

torna | note biografiche | presentazione della mostra | indice | home | prosegui

Le tentazioni di Sant'Antonio
personale di Malek Pansera

Mostra numero 501 della Galleria Il Salotto
ottobre/novembre 1982 - Como

presentazione di Franco Passoni

Malek è un pittore sud-tirolese, molto problematico e con una concettualità complessa. I suoi interessi sono legati alla pittura, alla letteratura e al teatro, sono indubbiamente molto profondi e quando Malek insegue un'idea diviene caparbio. Oltre all'essere tenace è anche molto capace, cioè dotato di un grande mestiere tecnico e di uno straordinario senso del colore; c'è anche nella sua progettualità un effetto-ironia che è abbastanza distruttivo, malgrado l'ordine informale che rivela un aspetto fantasioso ed educato.        
Le sue ultime opere, che presentiamo in questa ''personale'', sono nate dal suo trasporto (quasi sublime) verso quella ''piéces" di Gustave Flaubert "La tentation de Saint Antoine'' (Guanda, editore 1981), un'opera molto complessa che Michel Foucault, in un saggio introduttivo, ha definita come un "fantastico da biblioteca". Nata nel 1848, cioè molto presto poichè l'autore aveva soltanto ventisette anni quando si accinse a scriverla nella prima stesura, la ''Tentation'' fu forse concepita come uno spettacolo di marionette, tuttavia è doveroso dire che percorse tutta l'opera di Flaubert ''...a fianco e dietro agli altri testi - scrive Foucault - sembra che La Tentation formi come una prodigiosa riserva di violenze, di fantasmagorie, di chimere, di incubi, di figure farsesche... Si ha l'impressione che La Tentation sia per Flaubert il sogno della sua scrittura: ciò che egli avrebbe voluto che essa fosse - morbida, serica, spontanea, armoniosamente disciolta nell'ebbrezza delle frasi, bella - ma anche ciò che avrebbe dovuto cessare di essere per diventare infine chiara come la luce del giorno...''. Poichè ''La Tentation'' è per la letteratura quello che Bosch, Brueghel o il Goya dei Capricci sono stati per la pittura, non poteva non interessare lo spirito curioso di Malek che gode della suggestione delle immagini attraverso le visioni delle stesse, con il meccanismo delle allucinazioni.          
Nella ''Tentazione di Sant'Antonio", Malek si è sentito tortuosamente impelagato, come catturato in una rete e avvolto da una sorte metaforica che gli ha rivestito la realtà di dissolvenze e gl'improvvisi flash-back mentali d'estenuanti ricorsi e ripensamenti.       
È noto, fin che gli visse la madre, che Flaubert riannodava con la stessa i fili d'una conversazione quotidiana, attraverso anche le lettere, con una affettuosità costante e l'uso d'un codice comune, nel contempo privilegiato ed esclusivo. Mentre la sua vecchia amicizia con Louis Bouillhet ebbe un frasario più spiccio, più cameratesco e fu infatti a lui che affidò le prime impressioni ricevute dopo aver visto per la prima volta e presumibilmente a Genova il quadro ''La Tentazione di Sant'Antonio'' dipinto da Pieter Bruegel (1556?) oggi in una destinazione ignota. È comunque indubbio che quel dipinto aveva numerosi esponenti del repertorio di Bosch, almeno dal punto di vista della iconografia, ermetica e simbolica.                      
Per ben tre volte consecutive Gustave Flaubert scrisse e riscrisse la sua "piéces'', la prima stesura terminò il 12 settembre 1849, tuttavia leggendo il frutto delle sue fatiche agli amici Bouillhet e Du Camp essi gli dichiararono ch'era impubblicabile e, amichevolmente, gli consigliarono di scrivere intorno a dei soggetti che fossero più legati alla quotidianità.    
Nel 1856 Flaubert terminava di scrivere Madame Bovary, la sua opera più famosa e subito dopo rimaneggiava "La tentazione di Sant'Antonio'', riducendo la stesura dal primo manoscritto dal 541 a 193 fogli. Pubblicava poi su ''L'Artiste'' alcuni frammenti dell'opera, ma poi in seguito all'accusa per oltraggio alla morale e alla religione in merito al suo romanzo ''Madame Bovary'', dalla quale venne poi assolto, rinunciava alla pubblicazione della ''Tentazione di Sant'Antonio'', per il timore di un nuovo possibile scandalo. Nel 1869 riprendeva per la terza volta a riscrivere la sua straordinaria opera letteraria, concepita come un monumento al sapere meticoloso delle fonti più nascoste e frutto d'una ricerca erudita, prodigiosa, scritta dall'autore con la potenza d'una immaginazione delirante e, nel contempo, lucida e pertinente. L'immaginario s'inseriva su mondi possibili suggeriti dalle allegorie che attingevano le loro verità dalla ricchezza del sapere dei testi di biblioteca, suggerendo le forme dell'onirismo erudito, quello degli studi ermetico-alchemici, dei documenti che corrispondevano ai miti pagani, ai monumenti delle sette segrete, che in secoli precedenti avevano conosciuto una particolare fioritura. Tutti questi testi potevano apparire come un crogiolo di motivi eretici e millenaristici ch'erano al centro dell'esoterismo per intendere l'universo simbolico dettato da dottrine religiose e sacrali. Famosi profeti, predicatori e filosofi, molti esegeti e pensatori attrassero gl'intelletti più acuti e lasciarono nei libri talune rivelazioni che caratterizzarono un linguaggio letterario fresco e altamente suggestivo ad un tempo. È dunque indubbio che l'opera di Flaubert è tra le più mature dell'ardua tematica che viene da lui espressa in termini sorprendenti, chiari e illuminanti.
Il Sant'Antonio di cui tratta il volume è il famoso patriarca del monachismo, uomo di preghiera, celebrato lottatore contro i demoni, guaritore d'infermi e direttore di anime. Nacque intorno al 250 dC. in una località posta sulla riva occidentale del Nilo, l'odierna Qemans, presso Eracleopoli, nel medio Egitto. Nel 285 dC., quando ormai aveva trentacinque anni, interruppe qualunque relazione umana ritirandosi ad est, verso il Mar Rosso, fra le montagne del Pispir. Si stabilì presso una fonte dove era un vecchio castello abbandonato, nido prediletto dai serpenti e dalle belve. In quel luogo era impossibile accedervi, persino ad un amico fedele che gli gettava i viveri al di sopra delle mura di cinta. Sant'Antonio, come raccontano le vecchie scritture e le antiche leggende patì le tentazioni e le torture del demonio, subendo terribili e crudeli sevizie, combattendo con la preghiera e l'incrollabilità della sua fede in Dio. Fu amico di Sant'Atanasio, che scrisse la sua vita. Fu in relazione con Sant'Ilarione, con San Paolo Eremita e con Didimo il Cieco. Tutta la sua vita terrena fu un tessuto di prodigi e di eventi così straordinari che, dopo la sua morte, lo resero uno dei santi più venerati dall'intero mondo cristiano. Lo sviluppo popolare del culto di Sant'Antonio Abate, in Occidente, fu legato principalmente alla sua fama di guaritore dell'herpes zoster, una malattia molto dolorosa e fastidiosa meglio conosciuta con il nome di “fuoco di Sant'Antonio”. Nel folclore contadino d'Abruzzo, per esempio, ancora oggi "Sant'Antonio nel deserto" è ricordato da una canzone popolare che è un esempio di stornelli amorosi, gentili e scherzosi. C'è poi una celebre filastrocca "Sant'Antonio aveva un gallo" che tra l'altro ha dato origine ai due grandi pannelli di Malek presenti in questa stessa mostra, dove l'aspetto di tentazione visiva, secondo il pittore, trova una soluzione in positivo e un'altra soluzione in negativo come in uno specchio. Inoltre mi preme sottolineare che come Flaubert ha sentito il bisogno di scrivere teatro per una tentazione letteraria, così Malek ha sentito il bisogno d'interpretare la pièces teatrale come tentazione pittorica, considerando l'uniformità d'un problema che gode di due facce distinte in un unico campo.  
Un 'altra singolare ed evidente caratteristica della pittura di Malek è quella di venire ritagliata a striscioline e poi ricomposta e pazientemente applicata su un supporto, dilatando l'immagine, cioè lasciando uno spazio tra una strisciolina e l'altra vicina. È questo un genere d'operazione ch'era già stato adottato negli anni settanta da Richard Antohi, un rumeno nato a Milano, quando alternava due immagini fotografiche sopra uno stesso supporto. ottenendo singolari effetti di spaesamento e di mutazione percettiva nel gioco ''optical''.       
La pittura di Malek, che in precedenti esperienze era condizionata da una semanticità modulare, ha recentemente acquistato una sua particolare libertà gestuale e segnica che la personalizza. È una pittura che assomma, dentro a se stessa, una forza di penetrazione dentro all'immagine, varcando le soglie del visionario con lo spiegamento delle emozioni più vive vissute dall'artista in senso percettivo e mentale. Come ho già detto all'inizio, Malek è un pittore problematico, ricco di interiori contrasti, che gli aprono ulteriori alternative concettuali, che lo portano verso una convergenza di significati diversi, dentro lo spazio figurale ed espressivo, a partire dall'immagine e con l'immagine, contrario cioè a una realtà come viene normalmente mediata dalle convenzioni del linguaggio comune. Il suo dilemma è la ricerca d'idee che sintetizzano una dimensione oltre e, da questa, la sua ''tentazione''.    
Le sue azioni, pur essendo sempre molto personali, possono anche riferirsi a dei recuperi estetici d'una rêverie fantastica che lo portano ad immedesimarsi, per quanto gli è possibile - cioè entrando metaforicamente nel corpo, nella mente di un personaggio o di un autore - affrontando lo stesso tema con diversa sensibilità e con mezzi che gli sono propri e congeniali. In questo ordine nei suoi dipinti si viene a configurare un'idea d'una dimensione che è separata dal nostro vissuto, acquista cioè una sua sorprendente autonomia, con un rapporto di pesi e di misure, di forme e di cromatismi, d'immagini più o meno focalizzate, che creano suggestioni e fascino. Il rischio di Malek è quello di sconfiggere il soggetto del dipinto a forza di penetrarlo e di ritrovarsi nella inanità.

Luglio 1982. Franco Passoni

torna | note biografiche | presentazione della mostra | indice | home | prosegui


Il Copyright © relativo ai testi e alle immagini appartiene ai relativi autori per informazioni scrivete a
miccal@caldarelli.it