Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico documentativo

22 novembre - 24 dicembre 2009
-Terre liquide
mostra personale di
Emilio Alberti

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Terre liquide 

Toccando con mano l’innocenza della materia, sperimentandone infinite trasfomazioni, alla ricerca dell’impasto perfetto né troppo molle né troppo refrattario a ricevere impronta… così mi immagino Emilio Alberti all’opera, mescolando terra ed acqua in dosi calibrate, immerso nei propri pensieri, prefigurando le forme, compiutamente modellate, di quella  materia che ora manipola stemperandone i grumi o addensandone la fluidità eccessiva.
Il suo è un agire praticato in silenzio, attento all’eco di rêveries trascorse che nel suo studio si riversano dalle pareti sature di tele, tele ricche di argenti, trasparenze cilestrine, zampilli e gorghi generati da acque inquiete. Penetrando il suo immaginario creativo, scrosci e borboglii paiono ora mescolarsi al suono profondo dei forni che già accolgono il calore della fiamma... il fuoco, a breve, agirà come terzo elemento sui primi due (terra e acqua) mentre l’aria, quarto fra questi, in forma di lievito lunare asseconderà l’indurimento del composto. Nell’operatività fisica governata dal pensiero meditativo, sta la perizia di Emilio Alberti, assistita da una manualità in egual misura intrisa di poesia e capacità operativa. La stessa che gli permetterà, dopo aver modellato le forme, di pilotare anche la chimica dell’ossidazione nella fase finale della coloritura e smaltatura delle opere. Una grande vivacità di colori dai riflessi metallici e suggestive variazioni tonali ne saranno difatti il risultato.
E’ così che, per Alberti, dal mesomorfismo incerto del primo impasto nasce ogni opera compiuta, la cui materia accoglie il fondersi di grandi sogni elementari articolandoli in  brevi racconti enigmatici, quasi haiku, rapidi percorsi labirintici, facendoci talvolta anche ironicamente perdere in un bicchier d’acqua. Il nostro artista si esprime per immagini simboliche, mescolando natura e reminiscenze oniriche,  coinvolgendo l’osservatore in dialoghi che si intrecciano secondo percorsi necessari quanto inaspettati, come in un virtuale cruciverba sostituendovi alle definizioni verticali e orizzontali l’incrociarsi di realtà e sogno. La certezza fisica delle opere si dilegua così come nuvole  incerte nel cielo, come rocce fuse  nel magma, terre liquide trasportate dalla corrente all’estuario dove l’acqua salsa rifluisce mescolandosi a quella dolce del fiume, ai confini del mare dalle profondità insondabili.

Michele Caldarelli – novembre 2009

 

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