Archivio Attivo Arte Contemporanea
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COME .. LE ..NUVOLE
progetto culturale interdisciplinare a cura di Michele Caldarelli e Rosabianca Mascetti
una wunderkammer per una serie di riflessioni sul mutamento e la metamorfosi come metafora dell'esistenza umana
a confronto con una rassegna di dipinti e acquarelli di

Giampiero Reverberi
6 aprile - 8 maggio 2016


VILLA CARLOTTA
museo e giardino botanico - Tremezzo (Como)

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COME LE NUVOLE, è una rassegna progettata in progress come parte di un convegno interdisciplinare tenutosi a Como nel 2012 presso il Polo Regionale del Politecnico di Milano. Si tratta di una mostra di opere, dipinti e acquarelli dell’artista italo-svizzero Giampiero Reverberi che occuperà quattro sale nell’ala sinistra dell’ammezzato del Museo di Villa Carlotta. L’argomento, a partire dalla suggestione delle nuvole, vuole fornire oggetto di riflessione sul mutamento e la metamorfosi come metafora dell’esistenza umana, ma anche come carattere intrinseco dei sistemi complessi in natura e oggetto di studio di discipline come la meteorologia o la fisica, l’astronomia, la cristallografia e via dicendo. In mostra, con l’esposizione di libri, documenti, strumenti scientifici, opere d’arte e reperti naturali, con attenzione alla ricerca storica ma anche trasversalmente, con argomentazioni di curiosa attinenza, assieme alle opere di Giampiero Reverberi, saranno proposti al pubblico materiali relativi allo studio del clima, la mnemotecnica, l’astrologia, l’alchimia, la combinatoria, la cristallografia, la lingua segreta degli ombrellai, la brontologia... senza trascurare l’immaginazione poetica e mitologica delle "Metamorfosi" Ovidio o Apuleio e, di quest'ultimo, il racconto di Amore e Psiche a cui si è ispirato Canova per la più che famosa scultura conservata a Villa Carlotta. Si è infine considerato anche il gioco con l'aleatorietà e il carattere predittivo del gioco dei dadi, la cui invenzione, secondo il mito, si deve a Palamede, anch'esso ritratto da Canova e presente al piano terreno della villa.

Nel nostro vivere quotidiano, la realtà sempre più si rivela un universo di relazioni di natura liquida, inafferrabile, che pare travasarsi, trasfondersi in quello della comunicazione, in un linguaggio-nuvola fatto di suoni e immagini e che ironicamente potrebbe trovare dei punti fermi di riflessione nella riduzione iconica dei “fumetti”. Una riduzione iconica che non è unicamente moderna ma, nell’abbinamento di parole e immagini si rifà a collaudati sistemi di rappresentazione antichi come quelli mnemotecnici o degli stemmi araldici, delle Imprese e, non da ultimo, della speculazione alchemica. Tutto in natura è dinamico e persistente nel contempo, nulla è stabile, definitivo, nemmeno la mia corporeità/presenza come quella di chiunque altro. Ognuno di noi esiste e si manifesta lungo l’arco della propria vita accumulando istanti... a formare una nuvola di materia/energia spazio-temporale chiamata “esistenza”. Come le nuvole, ci trasformiamo e nell’immagine di queste ci proiettiamo con doppio atteggiamento: di comprensione intellettiva e di identificazione estatica. Le nuvole, metafora, sostanza e simbolo, strumento espressivo dell'immaginazione e della rappresentazione artistica di ogni tempo, ovunque compaiano, rivestono contemporaneamente carattere transitorio e di permanenza, siano esse motivo di speculazione della meccanica dei fluidi, come in Leonardo, di interpretazione narrativa e paesaggistica come nei soggetti marini della pittura olandese o contemplazione trasognata della luce solare che vi si infrange e ne viene rifratta e trasformata all'infinito come nei più famosi dipinti di Harry Turner, diventando alla fine, in questi, soggetto principale della scena e frequente "motivo di genere" per molta pittura a venire. Arretrando ulteriormente nella storia dell'arte, le nuvole, nella loro evidenza fisica e simbolica di "acque superiori", fungono idealmente da riflesso della distesa oceanica (frontiera questa dell'Abisso inferiore) nel separare verso il cielo il Divino dall'umano. E' situato su di esse, corona eterna del Monte Olimpo, il trono delle divinità della Grecia antica, è ugualmente su di esse l'area di permanenza di santi, beati e angeli della cultura barocca Romana e non solo. Le nuvole, costituiscono per l'uomo diaframma virtuale che separa l'esistenza corporea dall'esercizio intellettuale e mistico o, meglio per quanto vorrei qui introdurre, sostanza/luogo/veicolo di trasformazione, rappresentazione per eccellenza di quella transitorietà che caratterizza l'esistere. In esse si riflette visivamente il divino Caos, quell'ordine complesso che si manifesta nell'aleatorietà degli eventi della nostra vita e, nell'osservazione delle stesse, sta il nostro più arcaico e istintivo tentativo di ritrovare, scoprire, il principio naturale o divino che le governa. Chiunque, credo, ha sperimentato il fascino e il divertimento di ravvisare forme compiute nel configurarsi di ciò che in effetti è solo vapore acqueo. Per molti è stato il gioco di un pomeriggio ma altri lo hanno preso più seriamente. Gli artisti, attraverso i secoli, ne hanno fatto molteplici ritratti ma qualcuno, come Luke Howard, ne ha infine dedotto una classificazione compilando un manuale, anche tradotto da Goethe, agli albori della meteorologia e a monte di tutto il mondo del Clouspotting a noi contemporaneo. L'individuare eideticamente, per mezzo di un confronto di forma e dinamica, la specificità di ogni formazione nuvolosa costituisce un primo passo nel dedurre quella prevedibilità di mutamento climatico purtroppo efficace e attendibile solo in un arco temporale molto breve. Benché basata su osservazioni e rilevamenti strumentali oggettivi, la meteorogia, nel diffondersi mediatico della pretesa di affidabilità a medio-lungo termine, risponde, più che ad una utilità oggettiva, almeno per ora, ad una esigenza psicologica che trova paradossalmente matrice e similitudine operativa nella predizione astrologica che arrivava talora all'abbinamento del lancio dei dadi con l'osservazione astronomica, come testimonia il Libro delle Sorti di Lorenzo Spirito nel 1551. La conoscenza del proprio destino, così imprevedibile e insondabile, è stata affidata dai potenti di ogni epoca agli astronomi che, loro malgrado hanno dovuto mescolare l'oggettività delle osservazioni scientifiche all'arbitrarietà delle ricorrenze caratteriali, individuate per mezzo dei "Temi di nascita", schemi espressi in Trigoni e Quadrature, indici di ostilità o favore delle posizioni planetarie. Geometrie illusorie che grazie alla veridicità di responso, derivata solo da una ristretta ma appagante corrispondenza statistica, ha da sempre accontentato pochi scontentando i più ma tant'è, poiché le negatività come gli errori e gli insuccessi hanno memoria corta, tutto, alla fine, ha funzionato alla grande e a tutt'oggi pare non cessi di illudere molti. Se "Dio non gioca a dadi", come sosteneva Einstein, è vero anche che nell'immaginario collettivo l'idea di un "Deus ludens" conforta più di ogni piccolo passo della ricerca scientifica. Un'archetipo potente che giustifica maggiormente la debordante massa di eventi casuali rispetto a ciò che è prevedibile... Le frecce di Cupido sono sempre in agguato e purtroppo anche le forbici di Atropo mentre a noi non resta che il coraggio di sognare fra le nuvole, vere o dipinte che siano o magari trovare un pizzico di saggezza e, perché no, spunto romantico, erotico, nelle Metamorfosi di Ovidio e di Apuleio. Altri sono i percorsi dell'Ars combinatoria o la Mnemotecnica e il calcolo meccanico, da Lullo a Leibniz e oltre, delle quali sono eredi la scienza statistica e la programmazione computer, altro è ancora l'universo del Cloud e di Internet che, apparentemente infiniti e potenti, se privi del necessario esercizio della modestia e della veridicità rischiano di emulare l'ebollizione inarrestabile generata dall'Apprendista Stregone di Goethe o di generare una illimitata e illimitabile nuvola/fumetto, incomprensibile come lo scrivere di Woodstok, paradigmatico interlocutore di Snoopy nel battere a macchina pensieri misteriosi quanto incontenibili, frasi criptate ed indecifrabili, finzione nella finzione.

Michele Caldarelli - marzo 2016

Giampiero Reverberi è nato a Reggio Emilia nel 1961. La sua attività espositiva inizia nel 1985 anche se dichiara di dipingere da sempre, così come da sempre coltiva la passione per la scrittura. Difficile dunque è delineare il confine tra queste sue due capacità espressive affinate nel tempo per cultura e tecnica. Poesia e pittura sono spazi in cui l’autore “musica” i suoi pensieri e con il pennello “solfeggia” note di colore dando loro la giusta intonazione e lettura. Poesia e arte sono in perfetta sintonia tra loro e altrettanto decisamente indipendenti l’una dall’altra, non c’è coincidenza, così come la sua pittura non è interpretabile come rappresentazione astratta o immaginazione poetica perché più vicina al concetto di Kandisky per cui “il colore è un mezzo per esercitare sull’anima un’influenza diretta”.

Giampiero Reverberi - Mondi lontanissimi - 2008

Durante la rassegna saranno proiettati i seguenti filmati:

A silent journey - cristalli vivi e vegeti
a cura di Norberto Masciocchi - Dipatimento di Scienza e Alta Tecnologia e To.Sca.Lab.
Università degli Studi dell’Insubria - Como

Per una storia dei dadi - un omaggio a Palamede
di Gilberto Artioli - dipartimento di geoscienze - Università di Padova

Dipinti e poesie di Giampiero Reverberi
a cura di Michele Caldarelli

Autunno nel parco di Villa Carlotta - alberi come nuvole
di Michele Caldarelli

Come le nuvole, l'essenza del volo
immagini riprese nel museo di Villa Carlotta - di Michele Caldarelli

Si ringraziano per il prestito dei materiali e/o i contributi interdisciplinari

Gilberto Artioli - Dipartimento di Geoscienze - Università di Padova

Cesare Baj - Aero Club - Como

Alessandro Dominioni - Editore e libraio antiquario - Como

Federica Fabbrizi - direttore editoriale del Gran Pescatore di Chiaravalle

Antonella Guagliardi - Istituto di Cristallografia e To.Sca.Lab. C.N.R. - Como

Francesco Maglia - Maglia Francesco Ombrelli dal 1854 - Milano

Marco Majrani - curatore Museo Volandia - Milano Malpensa

Museo dell'Aeronautica Gianni Caproni - Trento

Norberto Masciocchi - Dipatimento di Scienza e Alta Tecnologia e To.Sca.Lab.

Università degli Studi dell'Insubria - Como

Marco Pedraglio - autore di Sulle tracce dei Baromèta - Brunate - Como

Paola Pescerelli Lagorio - Casa Museo e Osservatorio Sismologico Raffaele Bendandi - Faenza

Franco Salghetti Drioli - editore dal 1982 al 2008 della agenda "Il Cielo" - Como

Fiorella Terenzi - Physics and Astronomy, Florida International University, Miami Florida

Lina Tomasella - INAF Osservatorio Astronomico di Padova - telescopi di Asiago

Luigi Viazzo - divulgatore scientifico e Gruppo Astrofili Lariani - Como

 

Villa Carlotta - Via Regina 2 – Tremezzina (CO) tel. 0344-40405
la mostra sarà visitabile dal martedì alla domenica nei seguenti orari: 10.00-13.00 e 14.30-18.00

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