Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico documentativo

MATHEMATICA
mostra numero 754
dal 28 settembre al 18 ottobre 2007
orario: da martedì a sabato 09.30/12.30 - 15.30/19.30

 

 

La Galleria d'arte Il Salotto di via Carloni 5c - Como - 031303670
apre la stagione espositiva 2007-2008 all'insegna di arte e scienza con la mostra
 "Mathematica"
 costituita da sei opere di Mimmo Paladino (acquaforte-acquatinta)
riunite in una cartella edita da: ART OF THIS CENTURY (New York - Paris, 2001)
e accompagnata da un testo critico di Enzo Di Martino.

 Inoltre
In occasione della inaugurazione
Venerdi' 28 settembre 2007 alle ore 18
la Galleria d'Arte Il Salotto, via Carloni 5/c – Como
ospita il matematico Michele Emmer
per la presentazione del suo ultimo libro
"Visibili Armonie: arte cinema teatro e matematica"
Bollati Boringhieri, 2006 - collana "Nuova Cultura"

 

Matematica, la scienza dei numeri e delle grandezze e i sei matematici di Mimmo Paladino sono pensatori di numeri e di forme, numeri e forme che sono riprodotte ovunque, sui loro stessi volti, sugli oggetti e, come decorazioni simboliche, sul loro manto sacerdotale o da alchimista medioevale. Sono figure immobili, silenziose, solenni, indecifrabili e misteriose, impenetrabili nella loro fissità sacrale. Sembrano porre al visitatore continui interrogativi senza preoccuparsi molto di dare risposte credibili e comprensibili. Enzo Di Martino, così li definisce: Immobili e silenziosi, solenni, indecifrabili e misteriosi, impenetrabili anzi nella loro sacrale fissità, queste sei figure hanno con tutta evidenza molto a che fare con le ieratiche “sculture bianche” degli anni Novanta disseminate tra gli ulivi di Paduli.  Quelle sono indicate come "testimoni”, ma Paladino dice che questi sono pensatori, filosofi, forse sciamani oppure “matematici.  Per certi versi è la stessa cosa, perché la filosofia dei numeri può coincidere infine con quella delle forme. Se un grande matematico greco ha infatti detto che “tutto è numero”, un grande filosofo, anch’egli greco, ha più tardi precisato che nel mondo visibile “tutto è forma”.  Si può allora dire che il numero e la forma costituiscono “la vera essenza immutabile della realtà”.  Le assorte ed immote figure di Paladino contornate di simboli, numeri e forme geometriche appaiono indifferenti al nostro sguardo, forse perché hanno già “calcolato il numero delle particelle dei tremila mondi” al di là del quale, è stato detto, “inizia l’incalcolabile”. Finisce dunque l’irragionevole “filosofia dei numeri” e comincia forse l’illogica “teoria delle forme”, entrambe, tuttavia, in grado di interrogare e disvelare la memoria del mondo.  Entrano così in gioco i “matematici”, quelli che Paladino ritrae come “pensatori di numeri e di forme” di cui sono infatti adornati nella loro ineffabile rappresentazione. Possiedono forse il potere della magia, una parola spesso malintesa perché una volta il mago era il sapiente, colui cioè che sapeva cosa fare e come farla.  O sono sciamani, dotati di poteri straordinari, depositari e custodi della “coscienza e della conoscenza” di una comunità.  Se poi parliamo di forme, di numeri e figure, va posta attenzione anche all’alchimia, una sapienza misteriosa, paurosa ed a volte perfino perseguitata, che consente la trasformazione magica delle cose, dei materiali, dei significati apparenti.  Queste figure di Paladino potrebbero dunque rappresentare anche alchimisti medievali, quei pensatori che dicevano di possedere la “pietra della pazzia”, la mitica “pietra filosofale”.  Ma sono essenzialmente i numeri e le forme geometriche ad attrarre e “condizionare" l’artista perché essi sono gli strumenti essenziali delle sue alchimie immaginative.  Peraltro bisognerebbe anche tener conto che il concetto di perfezione, nella nostra cultura, è affidato ad un numero, e questo è il solo strumento che abbiamo per definire l’incommensurabile, cioè l’infinito. L’espressione estetica e la sezione aurea, d'altronde, hanno sempre avuto a che fare con la “misura”, cioè con la geometria.  Questi sei “matematici” di Paladino manipolano certamente i magici “numeri di Fibonacci” e conoscono già “lo zero ed il fuoco”.  Ma hanno anche l’aura della seduzione indicibile, perché sono abbigliati con abiti sontuosi, e le forme ed i numeri che adornano le loro figure appaiono palesemente simbolici, come le decorazioni di un paramento sacerdotale.  Pongono ai riguardanti continui interrogativi senza preoccuparsi molto di dare risposte credibili e comprensibili.  Forse perché, come diceva Duchamp degli artisti alchemici e perfino di se stesso, Paladino ed i suoi matematici pensano nel sogno dell’arte e perciò “non sanno quello che fanno”.

 Questi sei personaggi di Mimmo Paladino non hanno un nome ma solo un numero e nel libro di Michele Emmer "Visibile Armonie" fanno da guida ad ogni sezione trattata, come tappe di un viaggio nel mondo della matematica. L'autore, partendo da ricordi molto personali, di come sui banchi di scuola avesse scoperto di poter guardare alla matematica con fantasia e divertimento, tratta la materia con altrettanta semplicità di linguaggio e ricchezza di informazioni, rendendo "visibili" quei legami spesso nascosti tra matematica, arte, cultura, mondi che sembrano apparentemente così lontani e irraggiungibili ma proprio per questo affascinanti. Non vuole affermare che tutto è matematica e che senza matematica non si può parlare di arte ma neppure che la matematica sia una parte separata della conoscenza umana riservata a pochi eletti. Il libro è il racconto di un sogno realizzato, come lo stesso Emmer lo definisce, nel mondo astratto, sicuro, preciso, della matematica da un lato e dall'altro in quello della creatività artistica che lo ha portato fin dagli anni ottanta ad avviare il progetto "Arte e Matematica". Un lungo percorso alla ricerca di segni e numeri lasciati da pittori, scultori, architetti, scrittori, registi... sulle tracce di parole, segni e forme che al mondo e alla vita danno armonia e bellezza.

Solo alcuni esempi tra le 430 pagine del libro: il filo conduttore tra il pittore Manet, il fisico belga Joseph Plateau con i suoi studi sulla geometria delle lamine di acqua saponata, la scoperta dei microscopici animali marini radiolari, il naturalista Ernst Haeckel e i vasi di Gallé. L'opera di Mario Merz e il suo percorso nel voler riallacciare il legame interrotto tra uomo e natura analizzato attraverso la vita e il pensiero di Fibonacci. O ancora il fantastico mondo di Escher letto attraverso Coxeter, Penrose, e le nuove tecnologie. Ai più giovani piacerà molto l'ampia sezione dedicata al cinema e al teatro, tanti film e soggetti con tema matematico analizzati da esperto di settore, anche cinematografico, per una lettura psicologica dei personaggi e spiegazione chiara e dettagliata dei problemi matematici difficilmente "raccontabili" cinematograficamente come in "A Beautiful Mind" di Ron Howard. "Visibili armonie" di Michele Emmer è un libro che affascina, che insegna ad osservare la realtà con occhi più attenti e dimostra come la matematica apra nuove strade alla creatività.



Mimmo Paladino inizia la sua carriera artistica nel 1968 presentato dal critico Achille Bonito Oliva che lo accompagnerà nel corso nel suo intenso percorso artistico con l'avventura della Transavanguardia. Il riconoscimento a livello internazionale arriva con la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1988 mentre la sua creatività si adatta alle più varie situazioni: dagli interventi architettonici per chiese, piazze, palazzi, al teatro e al cinema, alla collaborazione con cantanti scrittori e poeti. Tra le sue opere monumentali ricordiamo La montagna di sale a Piazza Plebiscito a Napoli, I Dormienti alla Fonte delle Fate di Poggibonsi, l'intervento nella Metropolitana di Napoli in collaborazione con Alessando Mendini, le porte bronzee per la cattedrale di San Giovanni Rotondo, il mosaico per l'Ara Pacis di Roma, il complesso architettonico-scultoreo per l'Università di Benevento, la scultura equestre nella piazza del Parlamento Europeo a Bruxelles.

Michele Emmer è professore ordinario di Matematica presso l'Università La Sapienza di Roma. Si è occupato di calcolo delle variazioni, superfici minime, equazioni differenziali. Ha realizzato una ventina di film su "matematica e immagini" in coproduzione con la RAI. Ha curato la sezione matematica della Città della Scienza di Napoli, partecipato alla Biennale di Venezia del 1986, e organizzato diverse mostre su "arte e matematica". A Venezia collabora con il Centro Internazionale della Grafica e sempre a Venezia organizza il convegno annuale "Matematica e Cultura" i cui atti sono pubblicati in italiano e inglese da Springer. Collabora con L'Unità, Telèma, Sapere, Scienza Nuova, Le Scienze ed è presidente del comitato scientifico della rivista Galileo. Per la Mit Press cura la serie The Visual Mind. Ha pubblicato tra l'altro M.C.Escher CUEN 1990, Bolle di sapone La Nuova Italia 1991, La perfezione visibile Theoria 1991, La Venezia perfetta Centro della Grafica 1993, M.C. Escher's Legacy Springer 2004, Mathland Birkhauser 2004, The Visual Mind 2 Mit Press 2005, Visibili Armonie Bollati Boringhieri 2006

 

 



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