Enotrio
Mastrolonardo, "Attualità tecnologica e realtà
quotidiana di Secomandi" in Pensiero e arte - inverno
1965
All’ultimo Premio Termoli - l’edizione del decennale - nella grande
sala del Palazzo del Comune, dedicata alle ricerche più avanzate,
dove erano esposte opere assai rappresentative degli artisti italiani
più noti e significativi maggiormente impegnati in esperienze varie,
dal ghestaltismo alla pop-art, dai realismo d’oggetto all’arte visuale,
ognuna rigorosamente separata dall’altra nel compartimento mentale
della coerenza creativa di ogni singolo autore, che alle volte diviene
anche uniformità stilistica, faceva spicco, per la sua essenzialità
espressiva e la forza sintetica dei suoi elementi integranti, una
grande composizione di Gianni Secomandi, in cui erano felicemente
riassunte tutte insieme queste tendenze.
Ognuna di queste esperienze rappresenta un particolare aspetto, una
certa tendenza, nell’ampio e intenso panorama dell’arte attuale, con
caratteri ben definiti e funzioni precise che vengono riassunti e
programmati da una propria poetica, anche se, alle volte, aspetti
e tendenze di tali esperienze si fondono e si mescolano, si alternano
e persino si confondono nella varietà dei risultati di ogni singolo
artista, nonostante i presupposti estetici siano, o sembrino, ben
distinti e individuati.
Abbiamo anche detto che si mescolano e si confondono, ma in Secomandi
ciò non avviene mai, perché egli è riuscito - come abbiamo potuto
constatare da una attenta osservazione di altre sue opere precedenti
e successive a quella esposta al Premio Termoli - ad assimilare separatamente
ognuna di queste esperienze, con lo studio approfondito dei vari elementi
compositivi e integranti di esse, e delle ragioni funzionali da cui
erano scaturite, trasfondendoli poi in una sicura unità costruttiva,
dove le diverse tecniche operative si uniscono in uno stesso ampio
respiro creativo, per trovare, infine, la misura e il ritmo di una
sola autentica espressione artistica.
Le lamiere e gli altri materiali con cui egli compone i quadri rientrano,
indubbiamente, nella produzione ghestaltica, così come gli specchi
e gli oggetti che inserisce nel contesto della composizione, appartengono
alla poetica del realismo oggettuale, mentre il modo con cui vengono
utilizzati tali elementi, con quella forte e rilevante aderenza visiva,
è caratteristico della tecnica viva e persino spietata della pop-art.
Infine, tutti questi materiali, oggetti ed elementi svariati, usati
nelle forme e nei modi rispondenti alle loro particolari poetiche,
secondo una ben individuata meccanica tecnica e psicologica, si articolano
in un insieme contrappuntato da ritmi compositivi e da scansioni luminose,
di una visualità nuda e perentoria, con un senso di alta drammaticità
in cui si riflette il significato effimero e, allo stesso tempo, eterno
della vita, interpretata, da Secomandi, nella sua attualità tecnologica
e nella sua realtà quotidiana.
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