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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico documentativo
Gianni Secomandi
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"Quel linguaggio modernissimo di Secomandi"
di Giose De Dominicis
in Giornale di Lecco, 10 giugno 1991

Ho recentemente avuto la fortunata occasione di sfogliare il catalogo di una mostra antologica dell'artista Gianni Secomandi. Promossa nel 1984 dal Comune di Lecco con la collaborazione della Banca Popolare di Lecco e organizzata da Gianluigi Daccò presso la Villa Manzoni, essa ci propone un'ampia e dettagliata rappresentazione di quella che è stata la ricerca dell'artista. E' sorprendente quanto appaia vitale, attuale, profondamente poetico questo Maestro che, poco noto alla critica ufficiale di questo benedetto paese, avevo avuto modo di conoscere, peraltro molto superficialmente, in tempi passati. Indipendentemente dai diversi materiali usati, puri mezzi espressivi, egli è passato da una esperienza informale dei primi anni del '60 ad un'arte concettuale che dal '64 in poi ha raggiunto traguardi astronomici. E non mi riferisco solo alle sue rappresentazioni astrali o alle sue eclissi di luna od alle macchie solari. Che dire poi di quella forma di uovo, archetipo Brancusiano, della "struttura germinale" o delle sezioni di occhio o delle superfici nere con pezzi di specchio, frammenti dell'anima, o delle ceneri raccolte in teche, a suggerire la caducità della vita? Forse i pareri saranno differenti, ma quel che non possiamo non sottolineare è che da questo schivo e "trascurato" Artista traspare un profondo senso poetico che è ancora tutto da riscoprire e valorizzare. [...] Non posso che rimproverarmi nel leggere quanto scrive quel raffinato critico che è Eligio Cesana che, assieme all'estroverso ed intelligente artista Tino Stefanoni, stimolante seppur mimetizzato promotore di mostre nella vostra città, ha curato la mostra di Gianni Secomandi. Vi è da crederci quando, lui che ha frequentato così da vicino la sua persona e la sua produzione, scrive: "...la sua opera, anche per molti addetti, resta infatti ancora da scoprire..." e quanto vero più avanti "...E' quindi mancata anche per la critica la possibilità di avere una conoscenza sufficientemente ampia e completa di quella ricchezza, felicità e continuità di invenzioni che hanno caratterizzato in qualsiasi momento la sua ricerca...". Ma la sorpresa più significativa è vedere, in anticipo su tanti, il linguaggio neo-espressionista delle "vibrazioni dell'etere" del 1974 e le astratte rappresentazioni dei movimenti di uccelli, di persone e addirittura di anime. E l'emozione di vedere emergere, agli inizi degli anni '80, immagini espresse con delicato pudore eppure così emozionalmente incisive. E' veramente in anticipo sul clima dell'arte europea. Avremo in futuro l'opportunità di rivederlo?

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