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Simonetta Ferrante - note biografiche


La mia formazione avviene nel campo dell'arte e della musica. Diplomata nel 1948 al Liceo Artistico, mi dedicai all'insegnamento del disegno nella scuola pubblica. Nel 1953 completai i miei studi musicali conseguendo il diploma di pianoforte al Conservatorio G. Verdi di Milano. Mentre ricercavo una strada per entrare nel mondo lavorativo della grafica pubblicitaria, ebbi la possibilità di incontrare persone di valore capaci di darmi delle sicure linee guida. Ci fu un periodo di apprendistato con Max Huber, poi da un consiglio di Giovanni Pintori della Olivetti nacque la decisione di recarmi a Londra per studiare grafica presso la Central School for Arts and Crafts. Dopo due anni di frequenza in questa scuola, ottenni nel 1959 il diploma di Graphic Design, Pittura e Disegno. Per molte ragioni questa scuola è stata la partenza giusta per le due attività da me preferite, quella di grafica e quella di artista. Infatti frequentai presso la stessa scuola anche dei corsi serali di disegno e pittura tenuti da Cecil Collins, basati su principi innovativi. Mi sentii capace di esprimermi con grande libertà e felicità creativa. Questo tipo di insegnamento, non accademico, ha lo scopo di liberare in una persona capacità espressive sorprendenti. Tornata in Italia, cercai prima di tutto di inserirmi nel mondo artistico. Da vari incontri con noti pittori come Felice Casorati e Primo Conti fui incoraggiata a dedicarmi alla pittura. E' di questo periodo, il 1961, una mia partecipazione a una collettiva della Galleria Numero di Firenze con alcune opere realizzate a Londra. Tuttavia fu proprio allora che scelsi di abbandonare un percorso di artista per intraprendere decisamente la carriera di grafica. Questa scelta fu dovuta forse alla positiva scoperta che la formazione ricevuta in Inghilterra mi favoriva professionalmente. Rispetto alla grafica in auge in Italia in quegli anni, la scuola inglese significava maggiore varietà nell'uso dei caratteri in funzione non puramente estetica ma anche espressiva, una maggiore capacità di comunicare senza rigidezze e senza retorica, e poi semplicità e spontaneità unite a rigore formale e attenzione ai dettagli. Era comunque per l'Italia un momento magico: la grafica e il design entravano in una fase espansiva in cui si affermavano grandi personalità e grandi idee. Nasce il concetto di immagine coordinata per impostare tutto il discorso grafico e comunicativo di una azienda. Nel 1959?1960 lavorai dapprima con Bob Noorda, poi con Bruno Munari alla Bompiani. In seguito aprii uno studio grafico in collaborazione con Giovanna Graf e poi con Carlo Pollastrini. Siamo nel 1971. Da allora per circa 15 anni questo fu un periodo di intenso, difficile, affascinante lavoro. Lo studio proponeva, in sintonia con la grafica più corretta e innovativa, la creazione di un'immagine coordinata che comprendeva lo studio di marchi, modulistica, comunicazione pubblicitaria. Questo lavoro si svolgeva per aziende allora emergenti come Supermercati Esselunga, Galgano, Fotorex e per molte altre: Elettrocarbonium, Mondadori, Associazioni di Psicoterapia ecc. Dal 1975, pur essendo assorbita da un lavoro assolutamente coinvolgente e impegnativo, cominciai a dedicare una parte del mio tempo e del mio interesse all'altro lato della mia personalità, quello di artista. Ritornai infatti in Inghilterra, durante le vacanze, e frequentai i corsi estivi tenuti in varie località da artisti che insegnavano con metodi aȘni a quello di Cecil Collins. Qui ritrovai atmosfere e stimoli già noti, ma anche approcci nuovi, idee e metodi molto validi, e maestri straordinari come Dennis Creffield, John Epstein e Bert Isaac. Questi artisti sostengono che la pittura non ha bisogno di un insegnamento accademico e che risultati straordinari si ottengono proprio con persone prive di qualsiasi formazione scolastica. Nacque allora l'idea di ricreare questi corsi estivi anche in Italia; invitai i maestri inglesi a tenere corsi in Toscana e in Piemonte; fu una bellissima scoperta per gli allievi italiani. I corsi ebbero successo. Fui impegnata anche dal lato organizzativo e logistico e in un certo senso questa attività estiva segnerà una svolta anche nella mia vita lavorativa. Gradualmente mi trovai a inventare un nuovo lavoro, quello di insegnante. Una figura inedita, che rientra nel settore dell'educazione permanente e si rivolge a persone di tutte le età che non sono alla ricerca di una qualificazione professionale, di un traguardo utilitaristico, ma di un arricchimento della propria vita interiore. L'insegnante non impone una sua verità dall'alto, ma indica una strada che consente a chiunque di liberare le proprie energie creative e capacità espressive. Mi sentii profondamente coinvolta in questa esperienza e realizzai anche che il mio bisogno di esprimermi nella pittura era un'esigenza primaria. Decisi di cedere lo studio grafico e, mentre ritornavo al mio lavoro di pittrice, proposi dei corsi di espressione figurativa aperti a tutti. Elaborai un mio metodo che riunisce gli insegnamenti di vari maestri, assommando diverse esperienze, e aggiungendo qualcosa di personale, come l'uso della musica di supporto all'attività figurativa. Nel 1984 tenni il mio primo corso di disegno e pittura; in seguito questa attività diventò più ampia e coordinata, e dopo qualche anno invitai altri artisti a collaborare e fondai il Centro dell'Immagine e dell'Espressione, con sede a Milano. Centinaia di allievi frequentarono il Centro negli anni dal 1990 al 1994 sotto la guida di artisti e critici che hanno creduto a questo approccio innovativo: Mario Raciti, Lucia Pescador, Renata Boero, Elena Pontiggia, Adriano Antolini, Francesco Forges, Rebecca Forster, Marco Magrini, Anna Ronchi, Rino Crivelli, Marina Giannangeli, Ho Khan, Isia Osuchowska. Conferenze e seminari sono stati tenuti da Bruno Munari, Giorgio Upiglio, Natalia Aspesi, Elda Cerchiari, Bert Isaac, Dennis CreȘeld, Antonia Mulas, Vanni Scheiwiller e tanti altri. I temi non furono soltanto disegno e pittura ma anche calligrafia, scultura, tessitura, storia dell'arte, musica; tutto ciò che ha a che fare con la capacità di esprimere se stessi. Sentii conclusa questa esperienza quando mi accorsi che organizzare e dirigere il Centro assorbiva troppe energie, per cui non riuscii più a esprimere me stessa. Detti retta finalmente a quello che sentivo davvero come necessità primaria, cioè tornare alla pittura. Come in altri momenti decisivi della mia vita, ho ricevuto da un amico e maestro la spinta al cambiamento. Siamo nel 1994. Leggiamo la lettera in cui Dennis Creffield mi invita a chiudere il Centro e a ritornare ai temi che da sempre mi affascinano: la forma, il segno, il colore. " Hai cambiato radicalmente la tua vita e ciò richiede un lungo tempo di adattamento. Fino ad ora la pittura è stata per te un hobby e come tale un semplice piacere. Adesso che il tuo approccio è professionale, molta parte del piacere se ne va ed emergono i problemi! La cosa importante con la pittura, come con la vita, è cercare di essere pazienti con se stessi, non dico pigri o indolenti, ma rilassati. Datti tempo e sii paziente; ti ci vorrà qualche anno per ritrovare il tuo ritmo di lavoro. Il lavoro che svolgevi prima sviluppava delle abitudini nervose, perché doveva sempre essere prodotto in fretta e su ordinazione. Devi ora imparare a respirare profondamente e a distenderti, cercando nel profondo di te stessa; devi trovare nuovi esercizi per mantenere una calma interiore. Non aver quindi troppa fretta di fare una mostra. Non solo è una cosa difficile da realizzare, ma assorbe un sacco di energia nervosa. Datti un anno o due di tempo per preparare un insieme di lavori che vuoi mostrare. Prova a trovare uno o due soggetti che ti interessano e poi concentrati su quelli: appro-fondiscili ed esperimentali con calma e applicazione. Soprattutto cerca di lavorare con fiducia, voglio dire teneramente e intuitivamente, cominciando a credere in te stessa e senza pensare troppo. " Dal 1994 mi sono attivamente impegnata nel lavoro artistico e nella preparazione di mostre, anche collettive, con amici artisti, in Italia e all'Estero. La novità importante di questi ultimi anni è stato l'incontro con l'Associazione Calligrafica Italiana e la partecipazione a molti dei loro corsi. Usare la calligrafia nel mio lavoro ha determinato un cambiamento nel mio modo di esprimermi e ha contribuito a scoprire un mio linguaggio personale. La musica rientra ancora una volta nel mio lavoro sotto forma di ritmo e suono degli strumenti di scrittura sulla carta.

Autobiographical notes

My education was in the field of art and music. I graduated in 1948 at the Liceo Artistico and taught drawing at State schools. I completed my musical studies in 1953, graduating at the Conservatorio G. Verdi in Milan. While looking for a way to enter the working world as a graphic designer in advertising, I made some useful contacts with people who showed me the right path to follow. There was a period of apprenticeship with Max Huber. Then, on the advice of Giovanni Pintori of Olivetti, I decided to go to London to study graphic design at the Central School of Arts and Crafts. In 1959, after two years at this school, I obtained my diploma in Graphic Design, Painting and Drawing. For many reasons this school was the right starting point for the two activities I preferred: graphic design and fine art. In fact, at the same school, I also attended evening courses in drawing and painting given by Cecil Collins, based on innovatory principles. I was able to express myself with great freedom and creative fulfillment. On returning to Italy, I tried first of all to enter the world of art. I met well-known painters such as Felice Casorati and Primo Conti and I felt encouraged to dedicate myself to painting. During this period, in 1961, I exhibited some works done in London in a group exhibition at the Galleria Numero in Florence. And yet it was then that I decided to abandon art and concentrate on a career in graphic design. This decision was perhaps due to the discovery that the training I had received in England was a professional advantage. On the other hand it was a magic moment in Italy. Graphics and design were in a phase of expansion in which great personalities and great ideas played their part. In 1959?1960 I worked first with Bob Noorda, then with Bruno Munari at Bompiani. Subsequently I opened a graphic design studio in collaboration with Giovanna Graf and then with Carlo Pollastrini. This was in 1971. It was the beginning of about 15 years of intense, difficult and fascinating work. Along with the most appropriate and innovatory graphic design, the studio offered, along with the most appropriate and innovatory graphic design, the creation of Corporate Identity, involving the study of trademarks, house style, advertising communication. This work was carried out on behalf of up-coming companies such as Supermercati Esselunga, Galgano, Fotorex, Elettrocarbonium, Mondadori, Associazioni di Psicoterapia, etc. From 1975 onwards, although deeply involved in this extremely demanding activity, I began to dedicate a part of my time and interest to the other side of my personality, that of the artist. In fact I returned to England during the holidays and attended summer courses in various localities, given by artists with ideas similar to those of Cecil Collins. Here I found once again the atmosphere and stimuli I had known, but also new approaches, extremely valid ideas and methods, and extraordinary teachers like Dennis Creffield, John Epstein and Bert Isaac. These artists hold that painting does not need to be taught in an academic way and that extraordinary results can be obtained from people completely lacking any form of scholastic education. This gave rise to the idea of organizing these summer courses in Italy; I invited the English teachers to hold courses in Tuscany and Piedmont. It was a major discovery for the Italians who attended. The courses were a great success. Being involved in the organizational and logistic aspect too, this summer activity was to mark a change in my working life. Gradually I came to invent a new activity, that of a teacher; an unusual figure, who returns to permanent education and is interested in people of all ages who are not seeking a professional qualification and have no utilitarian objective, but simply wish to enrich their inner lives. The teacher does not impose his truth from above, but simply shows a way which will enable a person to liberate his creative energy and expressive potential. I felt deeply involved in this experience and also came to realize that my need to express myself in painting was of primary importance. I decided to give up the design studio and, while returning to my work as a painter, I offered courses in figurative expression open to all. I devised a method of teaching which took into account the methods of various masters, the sum of different experiences, and I also added something of my own, such as the use of music as support for the figurative activity. In 1984 I held my first course of drawing and painting; subsequently this activity grew in importance; after some years I invited other artists to collaborate and founded the Centro dell'Immagine e dell'Espressione, in Milan. Hundreds of students attended the Centro in the years 1990?1994, under the guidance of artists and critics who believed in this innovatory approach: Mario Raciti, Lucia Pescador, Renata Boero, Elena Pontiggia, Adriano Antolini, Francesco Forges, Rebecca Forster, Marco Magrini, Anna Ronchi, Rino Crivelli, Marina Giannangeli, Ho Khan, Isia Osuchowska. Lectures and seminars were given by Bruno Munari, Giorgio Upiglio, Natalia Aspesi, Elda Cerchiari, Bert Isaac, Dennis Creffield, Antonia Mulas, Vanni Scheiwiller and many others. The subjects were not only drawing and painting but also calligraphy, sculpture, weaving, history of art, music: everything that has to do with self-expression. I felt this experience was at an end when I realized that organizing and running the Centro absorbed so much energy that I was no longer able to express myself. Finally I gave way to what I really felt was a primary necessity: to return to painting. As in other decisive moments of my life, I received the final impulse to change from a friend and teacher. The year was 1994. In a letter Dennis Creffield invited me to close the Centro and to return to the themes that had always fascinated me: form, mark, colour. He wrote " You have radically changed your life and that calls for a long time of adaptation. So far painting has been a hobby for you, a simple pleasure. Now that your approach is professional, a large part of the pleasure goes and problems emerge! The important thing with painting, as with life, is to try to be patient with yourself. I don't say lazy or indolent, but relaxed. Give yourself time and be patient; it will take you a few years to get back to your rythm of work. The work you did before induced nervous habits, because it always had to be produced in a hurry and to order. You must now learn to breathe deeply and to relax, looking into the depths of yourself; you must find new exercises to maintain inner calm. So do not be in a hurry to have an exhibition, for this involves difficulties and absorbs a great deal of nervous energy. Give yourself a year or two to prepare a set of works that you would like to exhibit. Try to find one or two subjects that interest you and then concentrate on them. Explore them in depth and experiment with them with calm and perseverence. Above all try to work with confidence; I mean tenderly and intuitively. Begin to believe in yourself without thinking too much ". Since 1994 I have been actively engaged in artistic work and in the preparation of personal exhibitions and group exhibitions with artist friends in Italy and abroad. The most significant event of these recent years was my encounter with calligraphy through the courses held by the Associazione Calligrafica Italiana. Application of calligraphy in my work has changed my manner of self expression both on paper and on canvas. It has helped me to find a personal language. Again, music returns to my work in the form of rythm and the sound of writing tools making their marks on paper. My artistic research continues in this direction.

 

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