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Arturo Vermi
I cento comandamenti - 1975
oro zecchino su tavola - cm. 72 x 35




Testo di presentazione
per la personale di Arturo Vermi alla Galleria Il Salotto nel 1974


Vorreste misurare il tempo che non ha misure e non potrete misurarlo.
...Oggi non è che il ricordo di ieri, e domani non è che il sogno di oggi.
E ciò che in voi è canto ed estasi dimora ancora nei confini dell'attimo primo, che nello spazio disseminò le stelle.

Khalil Gibran

Nel passo citato, tratto dal poema il Profeta di Khalil Gibran, troviamo l'espressione e la sintesi della ricerca che Arturo Vermi da anni conduce. Ricerca fondamentalmente poetica che logicamente trova espressione e sintesi in un brano di alta poesia. Ogni altro commento sarebbe quindi superfluo ma riteniamo opportuno alla luce delle recenti fatiche di Vermi, oggi proposte dalla galleria il Salotto, riandare alle tappe fondamentali di questa ricerca. (1957-1960) ricerca ed identifica la forma: raggiunge la consapevolezza dell'identità uomo - quadrato. Ma non è questa la via che interessa Vermi. Ciò che interessa l'artista è un rapporto diverso in cui la presenza dell'Uomo si disancora dalla terra per entrare in sintonia con lo spazio e un tempo cosmico. Nascono quindi (1960-1963) le prime lavagne nelle quali il quadrato viene annullato e ridotto ad una linea ripetuta e itinerante che ricopre tutto il piano. E un primo tentativo di smitizzare l'importanza dell'uomo rispetto allo spazio ma è pure un tentativo di cancellare la superficie e lo spazio non solo fisico su cui il pittore è costretto ad operare. Il passaggio dal negativo al positivo giunge naturale e prendono vita i Diari. Pagine bianche su cui l'uomo artista lascia una traccia. Siamo alle soglie dello spazio ma non ancora nello spazio. La visione cosmica, nell'opera di Vermi arriva con le Presenze e con gli inserti; isole solitarie, punti di partenza o di arrivo, sperse nella vastità del cosmo.
I Curvi e le Piattaforme sono il momento attuale; risultato ultimo ma logicamente non definito della ricerca di Vermi.
In queste opere di Vermi, frammenti di spazio solidificati, ritroviamo quell'anelito di serenità e di luce che è in tutti noi e nel contempo ci rendiamo consapevoli della possibilità di raggiungerli. Per ora è un sogno ma, come ci suggerisce il poeta domani non è che il sogno di oggi e nel sogno di oggi che sarà domani noi possiamo immergerci in uno spazio di centinaia di milioni di anni luce.
Solo un artista qual è Vermi può captare e ritrasmettere il messaggio con cui si apre la sua cartella di grafica degli anni luce. Messaggio che arriva dal remoto che è in noi e che è fuori di noi in modo equidistante: messaggio di fede nelle nostre forze non ancora impegnate alla ricerca della generale felicità ed armonia.

Emilio Albuzzi

per conoscere maggiormente l'artista

 

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