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...come l'acqua del fiume...

La concezione metamorfica della realtà in divenire, base del pensiero di Eraclito, costituisce punto di riferimento di questa mostra. L' iniziativa che dà continuità alla precedente "I calzari di Empedocle" intende proseguire il programma interdisciplinare di confronto/sinergia già intrapreso con altre mostre tematiche con particolare attenzione per l'area filosofica. Il chiedersi cosa sia la vita o come essa scorra nell'alveo del tempo, è sicuramente un doppio interrogativo che provoca disagio in chiunque... nessuna risposta certa può ragionevolmente essere conclusiva. Tutte le discipline, sia scientifiche che umanistiche, ne formulano una interpretazione smorzando la nostra ansia di sapere o tentando di attrezzarci intellettualmente a controllarla. Eppure, afferrare ciò che scorre per analizzarlo e comprenderlo, ne interrompe il flusso naturale e, se così è, ci svia dal nostro intendimento. Meglio è allora inserirci nel flusso stesso adottando il paradosso alchemico, secondo il quale l'alchimista, la materia su cui opera e l'operare stesso coincidono nell'aurea materia d'attenzione. Significativo simbolo di questa oscura quanto affascinante trasformazione, potrebbe essere il fonte mercuriale rappresentato nel Rosarium Philosophorum, dove, in tutta la sua evidenza, l'acqua eterna contenuta nell'invaso della fontana evapora verso l'alto per poi nuovamente precipitare verso il basso attraverso gli ugelli della stessa. Un processo simile a quello che possiamo osservare in natura e che ho voluto, più metaforicamente che simbolicamente, indicare nel titolo della rassegna conservando tutta la fisicità del caso, è quello dello scorrere del fiume, le cui acque, sempre differenti e sempre identiche a se stesse fluiscono senza sosta per poi dagli oceani svanire verso il cielo e con le piogge ritornare nuovamente sulla terra. Mea aqua ignis est, sostenevano gli alchimisti, e in questa puntualizzazione della natura energetica ed energica della materia in questione ci riportano prepotentemente alla visione di Eraclito, dove tutto ciò che esiste trova origine nel fuoco eternamente vivente. Tutta l'arte, nei modi più svariati, attinge la propria ispirazione dall'analisi e dalla interpretazione della vita, ora concentrandosi sulla natura del mondo, ora sull'uomo, ora su se stessa come linguaggio mediatico. Ora tenta una cristallizazione dell'attimo fuggente attraverso la fotografia o la rappresentazione figurativa, ora ne osserva la dissipazione entropica riprendendo immagini in movimento, rappresentandone la natura informe della materia e il suo trasformarsi in energia. Struttura formule interpretative, escogita rappresentazioni, getta ponti verso le discipline più disparate, dalla linguistica alla matematica, dalla fisica alla danza, dalla rappresentazione simbolica al racconto rielaborando i linguaggi specifici. Nel caso di questa rassegna, abbiamo recuperato una rosa abbastanza ampia di interventi chiamando in gioco, come sempre, autori di varia generazione ed area espressiva di appartenenza; troverete così a confronto surrealismo e frattali, scultura e arte digitale, astronomia e mail art, figure impossibili e informale, scrittura e pittura... il tutto corroborato dagli interventi e dai confronti diretti proposti/provocati dagli incontri del Salotto del giovedì che si terranno il 23 ottobre e il 9 novembre. Come l'acqua del fiume, la nostra vita scorre nell'alveo del tempo… tutto resta ancora da fare e da immaginare, soprattutto nel territorio dell'invenzione artistica. Michele Caldarelli - ottobre 2003

Michele Caldarelli, ottobre 2003

 

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