Archivio Attivo Arte Contemporanea
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GRAND TOUR
mostra personale di
Emilio Alberti
progetto culturale a cura di Michele Caldarelli 

                 

  Museo del Paesaggio del Lago di Como
VILLA MAINONA
via Regina 22 - Tremezzo (Como)

dal 5 settembre al 2 ottobre 2020
inaugurazione sabato 5 settembre ore 18.00 
 

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Tre sono i temi iconografici maggiormente sviluppati da Emilio Alberti, mai abbandonati tutt'ora: la luce, intercettata da meridiane, ora dipinte, ora modellate, il labirinto, nella sua multiforme reinterpretazione del mito e l'acqua, in tutte le declinazioni possibili, di cui troviamo nella mostra, in Villa Mainona, un'ampio esempio. Nell'ambito del sodalizio artistico e intellettuale che con Emilio Alberti andiamo sviluppando ormai da decenni, li abbiamo presentati e commentati tutti, soffermandoci su ognuno in vario modo con mostre e incontri interdisciplinari. E' stato nel 2014 che presentando contemporaneamente una mostra, un convegno, ed un excursus bibliografico, abbiamo affrontato nello specifico quello del labirinto, occupando gli spazi della Biblioteca comunale di Como. Recentemente mi sono ritrovato a riflettere su uno dei volumi allora esposti, L’Hypnerotomachia Poliphili, che mi è tornata utile come chiave di riferimento e di collegamento dei tre temi. Il libro, un romanzo allegorico, uscito in prima edizione a Venezia nel 1499, risulta essere tra i capolavori tipografici realizzati dalla bottega di Aldo Manuzio. Il racconto descrive il combattimento amoroso, in sogno, di Polifilo, in sostanza un viaggio iniziatico, labirintico a più livelli, sogno nel sogno, che nelle sue valenze simboliche, osservate anche da Jung, ricorda l'intreccio di un altro famoso scritto: le Metamorfosi di Apuleio. Polifilo vaga in una sorta di paesaggio onirico, trasportato in una foresta, si perde, incontra draghi, lupi e fanciulle e architetture descritte con dovizia di particolari. Lungo il percorso si addormenta di nuovo e poi si sveglia in un secondo sogno, sognato all'interno del primo... Infine, verso l'epilogo dell'avventura, ampiamente costellata di corsi d'acqua e fontane meravigliose, naviga in un labirinto acquatico. La rappresentazione grafica di questo percorso manca nell'edizione originale mentre compare, aggiunta, nell'edizione francese seicentesca del libro, come annota Hermann Kern nel suo ponderoso saggio "Labirinti," prefigurando l'affresco di un percorso d'acqua che fluisce a spirale attorno al Monte Olimpo dipinto nel 1510 da Lorenzo Leombruno nel Palazzo Ducale di Mantova.
Ragionando su questa rappresentazione del destino, che trova a mio avviso riflesso simbolico nelle spirali e nei gorghi d'acqua che Alberti dissemina ovunque, mi sono trovato a mia volta coinvolto nell'intreccio narrativo che andavo sviluppando sul filo della reminiscenza, e ciò accadeva a bordo di un battello, durante una crociera, mentre sorbivo una consumazione al bar, trovandomi proiettato nell'atmosfera della Bottega del caffè del Goldoni. Un luogo questo dalle valenze particolari e dal quale tutto passa e tutto si riflette replicando la magia di quel Mondo niovo contenuto in macchine catottriche ambulanti dell'epoca, retaggio della rappresentazione teatrale ed esempio curioso di precinema. Osservavo ed ascoltavo le persone a bordo del battello, le loro mille storie personali e le loro osservazioni sul paesaggio che scorreva affianco, a volte elementari e a volte colte nel descrivere luoghi e personaggi che vi avevano vissuto, tracciando ognuno la propria storia personale del lago, costruendo di fatto quanto inconsciamente quello che sarebbe poi stato il loro ricordo della crociera. Mi sono trovato immerso in un complesso resoconto immaginativo di quanto andava accadendo e che non si sarebbe esaurito dopo lo sbarco a fine giornata. Tutto prosegue riflettendosi, riverberandosi e riconoscendosi ora nelle stampe della collezione ospitata nel museo di Villa Mainona, nelle opere di Emilio Alberti e negli strumenti interattivi a disposizione del pubblico, che ancora una volta ha la possibilità di intrecciare, ognuno la propria, le vicende personali con i luoghi reali e l'invenzione artistica mentre, una volta tornato a casa, ognuno ritroverà in sé ciò che ha maturato qui a conclusione di un personalissimo Grand Tour. Potrà produrre per amici e familiari una serie di novelle concatenate, che noi sappiamo contenute nella novella cornice che le precede, fornita dal lago e dalla villa, perché, come sta scritto nella Hypnerotomachia: "tutte le cose umane altro non sono che sogno e nel contempo, del sogno si ricordano molte cose degne in verità di essere conosciute".
È il sogno il luogo del viaggio del protagonista del libro, Polifilo, che come Alberti, lo riconosce come il "dove" in cui il corpo si avvicina di più all’anima percorrendo e vivendo un mondo parallelo sospeso fra realtà e immaginazione, connettendo e sovrapponendo ciò che è e ciò che si desidera sia o avvenga.

Michele Caldarelli - agosto 2020


Il Museo del Paesaggio del Lago di Como è nato su iniziativa del Comune di Tremezzo grazie a due progetti coordinati dalla Provincia di Como, l’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale “Magistri Comacini” e il Progetto Integrato d’Area “Ecolarius: Diffondere la cultura dell’ambiente e del paesaggio fra lago e montagna”, finanziato dai fondi POR-FESR 2007-2013, che hanno consentito di realizzare il recupero di Villa Mainona per farne la sede di un museo dedicato al paesaggio lariano. Il paesaggio rappresenta infatti un valore fondamentale di quest’area e offre numerose chiavi di lettura per individuare le relazioni fra i diversi elementi che lo compongono (le aree naturali, i terrazzamenti coltivati, i giardini, le ville, i borghi) e leggere le trasformazioni avvenute nel corso del tempo. La sede del museo è l’antica residenza della famiglia Mainoni, costruita fra il 1670 e il 1672 su iniziativa dei fratelli Carlo e Nicola Mainoni, originari di Intignano, frazione di Tremezzo, e che rappresenta uno dei primi esempi storicamente documentati di villa padronale realizzata lungo la sponda del lago e dotata di giardino destinato alla coltivazione di agrumi. La residenza da nobile dei Mainoni, edificata con le dimensioni e l’aspetto di un palazzo, come risulta da un inventario nella prima metà del Settecento, era impreziosita da diversi arredi fra cui circa 130 tele ed era dotata inoltre di un’ampia cantina con recipienti in pietra per la conservazione dell’olio d’oliva e brente in legno per il vino. Attorno all’edificio si stendeva un ampio giardino con un’area terrazzata denominata “Cedretta” destinata alla produzione di agrumi mediante l’utilizzo di spalliere e limonaie che consentivano un raccolto annuo di circa 6000 limoni e 6000 arance a cui si aggiungevano aranci del Portogallo e cedri. Il giardino di agrumi fu ricordato già alla fine del Seicento da Lazzaro Agostino Cotta nella Corographia Lacus Verbanus e ancora nel Viaggio Storico e Pittorico ai tre laghi. Maggiore, di Lugano e Como, pubblicato nel 1818, fu segnalata fra le principali ville della Tremezzina. L’ultima discendente della famiglia fu Luigia Mainoni, sposata con Antonio Scorpioni, che lasciò in eredità l’immobile ai figli. In seguito la villa ha subito alterne vicende e ha ospitato varie funzioni: a partire dal 1881 fu utilizzata come albergo con la denominazione di Hotel du Lac et Pension Boliviana, a testimonianza della vocazione turistica della Tremezzina, dalla fine dell’Ottocento fu destinata a residenza dalla famiglia Jung, nel 1953 divenne la sede dell’Asilo Mina Mosca, gestito dal Pio Istituto di Maternità di Milano, e infine nel 1982 fu acquisita dal Comune di Tremezzo per ospitare un centro socio educativo. Il progetto di recupero del complesso per fini culturali si è concretizzato con l’istituzione del Museo del Paesaggio del Lago di Como che ospita una raccolta di antiche stampe del Lago di Como, concessa in comodato dagli eredi di Giorgio Bordoli Crivelli Visconti, che era stato un grande collezionista, e un sistema multimediale per la presentazione del patrimonio culturale e ambientale del territorio lariano, con un particolare approfondimento sull’area della Tremezzina, finalizzato a sensibilizzare sia la comunità locale sia i turisti facendo apprezzare l’articolazione, la ricchezza ma anche la fragilità di questo lembo di territorio. Le stampe offrono uno sguardo affascinante sul paesaggio del Lario attraverso l’illustrazione delle principali località (fra le altre Como, Cernobbio, Tremezzo, Bellagio) e di alcune delle ville più celebri (ad esempio Villa Carlotta, Villa del Balbianello, Villa d’Este, Villa Olmo). Nelle vedute prevale lo sguardo dal lago che sottolinea la centralità del trasporto via acqua e consente di apprezzare anche la morfologia del territorio, i terrazzamenti un tempo destinati alla coltivazione di agrumi, viti ed ulivi, e la disposizione dei centri abitati. Le postazioni multimediali, articolate su due tavoli touch-screen, permettono di confrontare mappe e immagini storiche con l’attuale assetto del territorio e permettono di osservare le modificazioni del paesaggio nell’arco degli ultimi tre secoli. Inoltre offrono molteplici spunti per conoscere l’area del lago mediante la descrizione delle principali emergenze storico artistiche e la presentazione di itinerari alla scoperta dei borghi della Tremezzina. Uno specifico approfondimento infine è dedicato al Cinema sul Lario e comprende brevi filmati, schede sintetiche delle pellicole girate sul lago e l’indicazione dei luoghi che hanno ospitato le riprese cinematografiche a partire da The Pleasure Garden di Alfred Hitchcock, girato nel 1925, fino a Star Wars II del 2002 e a Casino Royale del 2006. L’allestimento della collezione di stampe di Giorgio Bordoli Crivelli Visconti, concessa in comodato dagli eredi, è stato curato da Guglielmo Invernizzi. Il sistema multimediale per la presentazione dei valori ambientali del paesaggio lariano è stato realizzato dal Politecnico di Milano (responsabile scientifico professor Stefano Della Torre, gruppo di lavoro coordinato dalla professoressa Raffaella Brumana) in collaborazione con il Settore Cultura della Provincia di Como (architetto Michela Capitani) e con il supporto tecnico della ditta Nemes.

La mostra sarà visitabile dal 5 settembre al 4 ottobre 2020
da giovedì a domenica - dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.00

per  informazioni - 3346850713

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