Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Acqua

un tema universale letto e interpretato per immagini e parole
mostra personale di

Emilio Alberti
progetto culturale a cura di Michele Caldarelli 
PER UN OMAGGIO A BENEDETTO GIOVIO


                 

  
MUSEO ETNOGRAFICO E DELL'ACQUA
Albese con Cassano (Como)
via Roma 23

dal 25 gennaio al 23 febbraio 2020
inaugurazione sabato 25 gennaio ore 16.00 
 

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Questa mostra di Emilio Alberti che dell'acqua ha fatto proprio motivo di ispirazione e su questo tema ha sviluppato un'ampia rassegna di sue opere, alcune delle quali sono state già esposte a Como, in San Pietro in Atrio per la mostra Mondi Liquidi, a Calolziocorte (LC), nel Monastero di Santa Maria del Lavello, presso il Museo del Po nel Palazzo Ducale di Revere (MN), nel Palazzo Pretorio di Chiavenna (SO), viene proposta ora negli spazi del Museo Etnografico e dell’Acqua di Albese ancora una volta rinnovata in prospettiva di un lungo percorso che prossimamente toccherà altri musei e istituzioni.

L'acqua è considerata da Emilio Alberti come sorgente di vita, elemento di purificazione o di rigenerazione. Elemento primordiale, costitutivo simbolico delle origini del mondo, sostanza genitrice e veicolo di trasformazione, la cui superficie separa il cielo dalle profondità dell'abisso. Ora specchio immobile, riflettente, nello stagno di Narciso, ora flutto tumultuoso e violento, causa di naufragio oceanico, fiume infernale... Stige, Cocito, Lete. I suoi aspetti, le sue nature, nutrono quasi all'infinito l'immaginazione umana, supportano tutto ciò che è transeunte tra vita e morte, penetrano il mistero dell'esistenza, porgendo immagini, rêveries o concretamente anche supporto visivo e sonoro alla narrazione letteraria, all'immaginazione artistica, alla speculazione filosofica.

Ricordo di aver già osservato come Emilio Alberti, anche abile ceramista, operasse mescolando terra ed acqua in dosi calibrate, immerso nei propri pensieri, prefigurando le forme, compiutamente modellate... toccando con mano l’innocenza della materia, sperimentandone infinite trasformazioni, alla ricerca dell’impasto perfetto né troppo molle né troppo refrattario a ricevere impronta…

Per Alberti, la materia, là invenzione ceramica, qui pittura, stucchi e metallo, accoglie il fondersi di grandi sogni elementari, articolati in brevi racconti enigmatici, quasi haiku, facendoci talvolta anche ironicamente perdere in un bicchier d’acqua. Osservando i suoi lavori dai bagliori inaspettati e mutevoli, generati per riflessione dal metallo applicato con perizia maniacale, ci trasformiamo in navigatori, immersi nella vastità delle acque genitrici, ed è lì che sperimentiamo psichicamente l'ampiezza e la profondità del mistero. Sono acque di luce ed oscurità come lo spazio cosmico che ci sovrasta e ci contiene, ora rutilante nell'apparente nascere del giorno, ora tetro e voragine divoratrice di luce e stelle.

Riflessioni e diffrazioni, generati dall'acqua e dall'aria, sono gli elementi da tempo più osservati ed elaborati da Alberti. La loro oscillazione, le metamorfosi cromatriche, gli istanti percettivi che nel flusso del divenire ce ne rivelano la natura fisica e ne permeano l'interpretazione simbolica, si ritrovano in ogni sua opera, espressi dai colori, rappresentati da metafore e simboli compositivi: specchi d'acqua, onde e vortici... in un vero viaggio estatico, quanto labirintico, fra gli elementi.

Nelle sue opere, Emilio Alberti descrive un viaggio, chiamato Tempo, la cui misteriosa natura sperimentiamo ad ogni istante, quasi senza rendercerne conto, e che lui ci invita a penetrare leggendo per immagini il dipanarsi del suo racconto, mentre la certezza fisica delle opere già si dilegua così come nuvole incerte nel cielo, trasportate dalla corrente nell'alveo, all’estuario di questo fiume inesistente dove l’acqua salsa rifluisce mescolandosi a quella dolce, ai confini del mare della vita.

Michele Caldarelli


Nello spirito del Museo la mostra di Emilio Alberti si incentra sull’acqua e sul territorio, con una dedica simbolica al libro di Benedetto Giovio “B. Jovii Novocomensis de duodecim Fontibus Comum ambientibus, et uno in urbe media. Carmina” 1529.

Questa opera di Benedetto Giovio, che considera 14 “Fontane dei dintorni di Como” viene stralciata nelle schede in mostra, tratte dal commento e traduzione di Maurizio Monti del 1866.
Le annotiamo sinteticamente, nel seguente elenco, stralciando liberamente il testo che trovate completo nelle schede presentate in mostra.

Copiola - Fons sancti Lazari. - Quel gruppo di case, che, sulla sinistra della vecchia strada per a Milano, giace dirimpetto alla cappella dei morti di s. Rocco, si chiamò, ed ancora si chiama, col nome di s. Làzzaro. Il fonte vi scaturiva sotto ai portici del sacro casamento…

Ombrona - Umbrona -Fons sanctae Marthae. - Il fonte sta ancora nel luogo, che porta questo nome di santa Marta. Pare che il Giovio gli desse il titolo di Ombrona, perchè a quei tempi sotto 1’ombraggio di dense e alte piante...

Avventina - Adventinia - Fons sancti Joannis in monte. - L’Avventina esce nel monte di s. Giovanni presso una valletta di graziosa situazione. Si dice il fonte del Romito, oppure dei Tre Romiti, alludendosi a qualche fatto, che a noi restò ignoto...

Gemmula - Fons sanctae Margaritae. - Il fonte fu scoperto, o almeno messo in maggior voga sul principio del secolo XV per opera di Cesare Cesariano [...] La chiesa di s. Martino, di cui fanno menzione i primi versi, era situata su la sinistra del torrente Cosia...

Sparga - Fons sancii Joannis in coenobio. - Fonte nel convento di s. Giovanni Pedemonte. La sua sorgiva sta ancora su la costa montana fuori appena il recinto del convento tra la valle del Sassone e le stamberghe dette Sopra s. Giovanni, distante da queste una trentina di passi…

Vivarina - Fons Peregrini in Vico. - Fonte nel giardino di Nicola Peregrini medico, chirurgo e studioso di agricoltura, situato in Borgovico; e così prossimo al lago che nell’atto di pullulare, sbalzava in lui a mescolarvi le acque…

Silace - Silax - Fons coenobii Vici. - Fonte nel convento di santa Maria di Vico. Abbracciava il convento quel vasto terreno, che al luogo detto All’Olmo si distende dalla villa Salazar, venendo in giù, fino sul lago alla villa Mondolfo…

Prema - Fons sancii. Augustini. - Fonte nel chiostro dei padri Eremitani nel sobborgo di sant’Agostino. Il chiostro costituisce dal 1773 in poi la canonica di questo parroco arciprete. Fino all’anno 1510, o in quel torno, il sobborgo si chiamò Colonióla...

Sorga - Stirga - Fons Lantherii. - Fonte alla Prudenziana. Porta il nome del fiume Sorga (Sorgues) che viene generato dalla fontana di Valchiusa, ed è illustre nelle rime di Petrarca...

Lacustra - Fons sancti Juliani. - Fonte a s. Giuliano nella vigna dei frati Benedettini neri, ai quali in progresso di tempo sono succedute le monache agostiniane, quivi calate nel 1593 dal loro monistero di Brunate. Il terreno a s. Giuliano...

Novina - Fons sancii Laurentii, seu fossae novae, sub arce. - Fonte in piazza Portello conosciuto generalmente sotto al nome di Rivellino. Giovio chiamollo Novina, perchè scaturito di nuovo nel 13 giugno 1508...

Pluvilla - Fons sanctae Crucis, sire Valdosiae. - Fonte nel convento dei frati Osservanti, o Zoccolanti, di santa Croce in Boscaglia, detto con altro nome fonte di Valdosia o di Valduce
(Val - dolz); che è quel torrente che nato in Valbronta sul monte di Brunate presso s. Maurizio, si scarica nel lago qui in sant’Agostino...

Fonticella - Fontìcula - Fons sancii Eusébii in urbe. Fonte al quadrivio in vicinanza della chiesa di sant’Eusebio in città, chiamato dal popolo il Fontanino o il Fontanile. Rampolla sotto le mura della città in cima alla contrada nuova, e viene per canale sotterraneo a metter capo in esso quadrivio...

Driade - Dryas - Fons montanus Spargae influens. - Fonte di piccola vena. Sorge nella valle del Sassone poco sopra la Sparga e cammina in una vallicella all’ombria di sambuchi, di nocciuoli
e di frasche di castagno...


Il Museo Etnografico e dell'Acqua "Lavandee" attualmente situato nel Centro Civico è organizzato secondo criteri tematici che mostrano l'uso dell'acqua nelle comunità rurali, attraverso strumenti, oggetti e contenitori che testimoniano le tecniche manuali di lavaggio dei panni e attingimento dell'acqua, il trasporto e l'uso in casa e in campagna. Un percorso alla scoperta dei lavori, delle usanze, delle credenze e delle tradizioni popolari legate a una risorsa fondamentale per la vita degli uomini. Il Museo propone anche alcuni percorsi di visita a carattere storico-naturalistico, che conducono alla scoperta delle architetture dell'acqua ancora presenti nel territorio: vecchie fontane, lavatoi di roggia, pozzi, ghiacciaie, antichi acquedotti e serbatoi sono testimonianze di una realtà apparentemente lontana, ma che induce a riflettere sui problemi odierni legati allo sfruttamento di questa preziosa risorsa.

La mostra sarà visitabile dal 25 gennaio al 23 febbraio 2020
da martedì a venerdì - dalle 16 alle 18
sabato e domenica - dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18

per  informazioni -  031-426122 int.3

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Acqua è una mostra itinerante in via di sviluppo, il cui percorso viene documentato progressivamente in
www.caldarelli.it/emilioalberti.htm

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