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LE MISSIONI APOLLO ALLA CONQUISTA DELLA LUNA
di: Luigi Viazzo

La grande corsa alla Luna prese il via con la missione Apollo 7 (alla quale presero parte Walter Schirra, Don Eisele e Walter Cunningham). Per la prima volta una capsula Apollo, il 10 ottobre 1968, si immetteva in orbita terrestre e compiva alcune manovre di separazione e agganciamento dei moduli lunari e di comando, identiche a quelle previste per il futuro allunaggio.

La vigilia di Natale del 1968 l’Apollo 8 effettuò, invece, un viaggio che entrò nel ‘Guinness dei Primati’: gli astronauti Frank Borman, James Lovell e Anders furono i primi tre uomini a vedere la faccia nascosta della Luna ed anche i primi esseri umani ad uscire dal campo magnetico e gravitazionale terrestre per entrarne in quello di un altro corpo celeste. Si trattò della prima vera prova generale dell’allunaggio; L’Apollo 8 fu lanciato il 21 dicembre e, tre giorni dopo la partenza, veniva immesso in un’orbita stabilizzata a 112 Km dal suolo lunare. Scopo di questa missione ‘record’ era di provare l’astronave e le manovre che sarebbero state necessarie, sette mesi dopo. Inoltre, i tre astronauti sperimentarono, per la prima volta, il silenzio radio della mezz’ora in cui l’astronave veniva ‘nascosta’ alla Terra dal nostro satellite. un silenzio che farà sentire Michael Collins dell’Apollo 11 l’‘uomo più solo del mondo’. Dopo aver scattato migliaia di foto della superficie lunare, che sarebbero state utilizzate per la ricerca del luogo più adatto per compiere l’allunaggio, la corsa dell’Apollo 8 terminò nell’oceano il giorno 27 dicembre, dopo 147 ore di volo.

Il 3 marzo 1969 fu la volta dell’Apollo 9. Per 10 giorni Mc Divitt e Schweickart provarono, in orbita terrestre, il distacco e l’agganciamento del modulo lunare (il celebre Lem) con il modulo di comando dove si trova il comandante Scott.

L’ultimo appuntamento prima dell’allunaggio fu quello dell’Apollo 10, il cui equipaggio, che si lanciò in orbita il 18 maggio del 1969, era formato da Stafford, Cernan (i quali parteciparono poi anche alla missione Apollo 17) e Young; quest’ultimo, nel 1981, sarà il primo pilota di uno Space Shuttle. Mentre Young veniva lasciato in orbita attorno alla Luna, gli altri due componenti dell’equipaggio si avvicinarono sino ad 8 Km dalla superficie lunare, sorvolarono i luoghi scelti per l’allunaggio e compirono le ultime prove per la manovra che il modulo lunare LEM avrebbe dovuto effettuare nella missione successiva, l’Apollo 11, per poi ricongiungersi all’astronave madre.

E il grande momento finalmente giunse il 16 luglio 1969. L’Apollo 11 alle 9 e 32 (corrispondenti alle 15.32 italiane) prendeva il volo da Cape Canaveral in Florida ed il 21 luglio, per la prima vota un uomo, Neil Armstrong, posava il proprio piede su un corpo celeste diverso dalla Terra. Lo seguirà Edwin Aldrin, mentre il comandante della missione Michael Collins continuava ad orbitare solitario al di sopra della superficie lunare. Nel frattempo i due astronauti, oltre a deporre una targa a commemorazione dell’evento e posare la bandiera a ‘stelle e strisce’, raccolsero diversi campioni di terreno, scattarono fotografie e installeranno apparecchiature scientifiche. Dopo 21 ore e 36 minuti di permanenza sul suolo lunare il Lem abbandonò il nostro satellite e si portò orbita per il momento più delicato della missione: l’aggancio con la capsula madre che riesce nonostante qualche difficoltà. Il 24 luglio avviene l’ammaraggio della capsula ed il mondo accoglie i tre astronauti come eroi.

Il programma proseguì e, il 14 novembre del 1969, fu la volta l’Apollo 12 con equipaggio formato dal comandante Charles Conrad (che rimarrà sul modulo di comando) Richard Gordon e Alan Bean. Il 19 novembre Conrad compì la sua passeggiata nell’Oceano delle Tempeste e Bean lo seguì dopo mezz’ora. Effettuarono lavori che sono oramai di routine: raccolta di campioni di roccia, fotografie e posa di apparecchiature scientifiche tra cui lo Snap 27, una piccola centrale nucleare da viaggio che coordinava i dati in arrivo da alcune apparecchiature lasciate sulla superficie e li invia verso la Terra. La missione prevedeva anche la visita al relitto del Surveyor 3, la sonda spaziale automatica atterrata sulla Luna nel 1967. Dopo 31 ore di permanenza i due astronauti abbandonarono il suolo lunare.

Le ‘passeggiate’ sulla Luna erano oramai diventate una routine, dalla quale però si risvegliarono miliardi di persone, che rimasero col fato sospeso durante la missione Apollo 13 alla quale presero parte James Lovell, Fred Haise e John Swigert. Dopo tre giorni di viaggio (la missione era partita l’11 aprile), quando la meta era oramai prossima, due serbatoi contenenti ossigeno esplosero. La missione era orami compromessa, ma iniziava una nuova sfida per salvare la vita ai tre sfortunati astronauti. Il nuovo piano di volo prevedeva di circumnavigare la Luna e poi, sfruttando i motori del Lem, rimettere la navicella in orbita di ritorno verso la Terra, visti che la particolare orbita su cui stava viaggiando non era ‘inerziale’. L’Apollo, quindi, non sarebbe ‘ricaduto’ sulla Terra, ma era condannato a vagare per sempre negli spazi siderali. La manovra ebbe successo, ma l’esplosione aveva danneggiato alcune strumenti di bordo, fra cui una parte dell’alimentazione elettrica. Nonostante queste difficoltà, il 17 aprile, l’Apollo ritornò a casa e fece tirare un sospiro di sollievo a tutti quelli che avevano seguito la sua drammatica vicenda.

La missione successiva fu l’Apollo 14. Partì il 31 gennaio del 1971 e a bordo si trovavano Alan Shepard, Edgard Mitchell e Stuart Roosa, che avrebbe pilotato l’astronave madre in attesa dell’arrivo dei due lunauti. Il 5 febbraio, nonostante qualche problema con l’antenna radar-altimetro del Lem, che rischiarono di mettere in forse la missione, i due astronauti scesero sul suolo lunare nel cratere di Fra Mauro, che si trova in mezzo al grande Mare delle Nubi. Il programma prevedeva anche la scalata di un piccolo monte chiamato ‘Cono’ alto 120 metri. La risalita fu però interrotta, poiché si rivelò più difficile del previsto. Per la consueta raccolta di materiale i due astronauti portarono con sé uno speciale carrettino su cui caricarono il materiale, mentre sul terreno lunare veniva lasciata una grande quantità di apparecchiature. Il 6 febbraio Mitchell e Shepard fecero ritorno verso il modulo di comando e, tre giorni dopo, la capsula ammarava nell’oceano Pacifico.

La missione successiva Apollo 15 fa segnare un nuovo record: per la prima volta, infatti, un mezzo a quattro ruote viaggiò su un corpo celeste diverso dalla Terra: il ‘Moon Rover’, una macchina elettrica che fece una serie di escursioni per un totale di circa 20 chilometri, e che era capace di raggiungere la non certo ragguardevole velocità di 25 chilometri all’ora. La missione prese il via il 26 luglio 1971 e l’equipaggio era formato da David Scott, James Irwin (che scenderanno sulla Luna) e Alfred Worden. Il Lem scese nei pressi della catena lunare degli Appennini, dove i due astronauti iniziarono le proprie evoluzioni sul fuoristrada. Dopo 67 ore di permanenza, la missione si concluse.

Il 16 aprile 1972 partì l’Apollo 16, un’altra missione segnata da alcune avarie e malfunzionamenti che resero problematico l’allunaggio. L’equipaggio era formato da Thomas Mattingly, John Young e Charles Duke. L’avaria più grave avvenne dopo l’inserimento nell’orbita lunare, quando si verificò un guasto nel sistema di controllo del motore principale del Lem. la missione fu dapprima sospesa, ma poi si decise che il guasto non era poi così grave e proseguì. Il 21 aprile,  il modulo lunare su cui si trovavano Young e Duke scese nel punto stabilito, nella Piana di Cartesio. Con l’automobile lunare i due effettuarono alcune escursioni tra cui quella dell’altura chiamata ‘Montagna di pietra’. Nel corso della missione fu allestito il primo osservatorio astronomico su un altro corpo celeste, costituito da un telescopio in grado di riprendere immagini nella banda dell’ultravioletto, invisibili dal nostro pianeta, in quanto assorbite dall’atmosfera terrestre. Da segnalare anche un lunamoto provocato con il lancio di una trentina di granate di altrettanti terremoti lunari, che furono registrati da un sismografo, mentre dall’astronave madre fu lanciato un piccolo satellite che orbitò per un anno intorno alla Luna ed inviò numerose informazioni.

Dal 7 dicembre  al 19 dicembre 1974 si svolse l’ultima missione del programma Apollo e, fino ad oggi, l’ultimo allunaggio umano. L’equipaggio dell’Apollo 17 era formato da Eugenie Cernan, da Ronald Evans e dal geologo Harrison Schmitt. Anche questa missione stabilì dei record: la più lunga permanenza nello spazio (oltre 12 giorni), prima dell’avvento delle stazioni sovietiche Salyut e Mir e sulla superficie lunare (75 ore), il percorso più lungo coperto sul nostro satellite a bordo dell’auto lunare (40 Km) ed il maggior carico di strumenti scientifici mai portato sulla Luna. Sul nostro satellite rimase una targa che recita: ‘Qui l’uomo completò la sua esplorazione sulla Luna nel dicembre 1972. Possa lo spirito della pace nel nome del quale qui giungemmo riflettersi sulla vita di tutti gli uomini’. Con queste parole si chiudeva il programma Apollo, il cui nome rimarrà legato, per l’eternità, ad una delle avventure più affascinanti vissute dall’umanità.

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