Archivio Attivo Arte
Contemporanea
http://www.caldarelli.it
Galleria
d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico
documentativo
CHIACCHIERE
LUNATICHE
RICORDI - RIFLESSIONI - PROGETTI - RACCONTI - DOCUMENTI
MISSOLTINIANA viaggio extra-ordinario di MICHELE CALDARELLI Storia
di pesci, arte e letteratura culinaria, Arrivando alla piazza del Duomo, provenendo dalla via Vittorio Emanuele, (per tutti i Comaschi, la via del passeggio denominata "Vasca") chissà quante volte abbiamo alzato gli occhi andando a leggere l'ora segnata dalla meridiana posta sulla parete sud-est della cattedrale. In molti ci saremo anche chiesti perché il finestrone "delle Sibille", che si trova lì affianco, sia da sempre murato e perché le Sibille che lo contornano trovino posto su un edificio di culto. Non avevo mai osservato il fregio che le sovrasta e che, come poi ho riscontrato, ne replica uno simile scolpito nel 1509 sull'architrave interno della porta che si trova sulla stessa parete. Il soggetto ritrae uno scontro fra divinità marine, tritoni ed ittiocentauri, intenti a colpirsi con bastoni e fruste di pesci perpetrando il ratto di opulente femmine. Il tema, abbastanza diffuso (come riporta Giorgio Marini in "Mostri dagli abissi: modelli e codici di rappresentazione nell’incisione del Rinascimento") e osservato, già nel 1900, da Alfred Gotthold Meyer sulla base delle colonne dell'altare di San Girolamo nella Chiesa di San Francesco d'Assisi a Brescia, costituisce una reinterpretazione, ad uso della fede, di quanto nell’arte classica si usava per esprimere l’idea del viaggio periglioso dell’anima verso il paradiso dei beati. La cosa curiosa è che, nel documentarci sull'argomento, scopriamo una anticipazione della stessa rappresentazione in una incisione della seconda metà del '400 attribuita al Mantegna e custodita nella collezione del Duca di Devonshire a Chatsworth nel Regno Unito. Un soggetto che lo stesso Albrecht Dürer al rientro in Norimberga dal suo primo viaggio in Italia, riprese intorno al 1498. Fil rouge e all'origine della diffusione di questo tema, che grazie al Mantegna aveva stimolato molti artisti a produrre opere popolate di creature acquatiche che rapiscono fanciulle, potrebbe essere, come suppone il Panofsky, il breve racconto che Poggio Bracciolini pubblicò col numero XXXIV fra le sue "Facetiæ", nel 1470 con la prima edizione a Venezia, l'anno successivo a Ferrara e a Norimberga nel 1472. In esso Bracciolini racconta: "È provato che fu riportata a Ferrara l'immagine di un mostro marino rinvenuto sulla costa dalmata: sino all'ombelico aveva corporatura d'uomo, continuava poi in pesce dimodochè finiva diviso in due. [...] donne sulla spiaggia lavavano panni; pare che il pesce, spinto dalla fame, si sia avvicinato ad una di esse nel tentativo di ghermirla [...] era un po più grosso e alto di un uomo [...]". Sta di fatto, riprendendo con un divertissement d'invenzione la visita alla Cattedrale di Como, ho immaginato di udire una sorta di rumor di legni percossi, provenire da quel fregio in cui mostri ed energumeni si prendevano a bastonate e pesci in faccia con missoltini affastellati, ossia un mazzo di agoni essicati, e pesci bastone, stoccafissi o stocchi, ossia quegli "stokkfisk" dei quali si testimonia e racconta al Tørrfiskmuseum in Norvegia, sulle isole Lofoten. Al largo di queste isole si trova il famoso Maelström, enorme gorgo perenne, riportato da Olaus Magnus nel XVI secolo nella sua Historia de Gentibus Septentrionalibus e pure da lui disegnato con l'Isola di Thule (Tile) e una incredibile congerie di mostri marini nella Carta Marina. Il
missoltino, che per sua preparazione (essicazione) e legnosità
potrebbe essere inteso come la versione lariana dello stoccafisso, è
una preparazione alimentare povera di un pesce, l'agone, la cui
storia viene di lontano. L’Agone, difatti, deriva dalla Cheppia
(Alosa fallax nilotica) specie marina che ancora oggi risale il corso
del Po per la deposizione delle uova, dal mare Adriatico, nuotando
lungo i fiumi. Questo pesce, col tempo è giunto anche nel nostro
lago, stabilendovisi, ed è passato anche lungo le rive di Reggio
Emilia, patria di un artista e carissimo amico, da annoverare tra i
maggiori estimatori del missoltino in tutte le varietà di
preparazioni gastronomiche. Per anni, in cambio di lambrusco e
formaggio reggiano, a Natale e, come si dice, alle feste comandate,
gli ho spedito, in buste ermetiche molti missoltini assieme a sigari
svizzeri dalla foggia curiosa, avviticchiati a due a due come le
colonnine delle bifore del Broletto di Como. Letteratura, storia, itiologia arte e culinaria sono entrati in gioco e molto si è detto e scritto ma chi volesse saperne di più può leggere e consultare tutto il materiale, tutt'ora in rete all'indirizzo http://www.caldarelli.it/nanitedeschi/indice.htm Michele Caldarelli (agosto 2020)
Nani
Tedeschi - china e acquerello su carta a mano - cm. 91 x 62,5 - 2005
Michele
Caldarelli (Milano 1950) architetto, giornalista, storico, semiologo
e critico d’arte, dal 1977 dirige la galleria d’arte “Il
Salotto” attiva a Como dal 1965. L'interdisciplinarità, con una
predilezione per il rapporto arte-scienza, è il filo conduttore di
più di un centinaio di mostre da lui curate in Italia, Europa, Stati
Uniti e Sud America. responsabile del sito Internet
www.caldarelli.it da lui creato nel 1996. Ha ideato e realizzato
svariate pubblicazioni e libri d’artista tra cui
i 60 titoli della collezione di minilibri da taschino del gilet
“Minima Poetica” e la nuova collezione “8x8” costituita,
questa, da inediti racconti, saggi filosofici, viaggi immaginari e
manuali di sopravvivenza intellettuale
|