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d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico
documentativo
CHIACCHIERE
LUNATICHE
RICORDI - RIFLESSIONI - PROGETTI - RACCONTI - DOCUMENTI
"RAFFAELE BENDANDI E LA LUNA" 2018 di PAOLA PESCERELLI LAGORIO
La
luna, dal punto scientifico, è un satellite naturale, l’unico
della terra, che orbita a una distanza media di 384400 Km da noi,
tanto vicina da poter essere osservata a occhio nudo. Ruotando in
modo sincrono intorno alla terra, rivolge sempre la stessa faccia e
il suo lato “oscuro” è rimasto tale fino al 7 ottobre 1959
grazie alla sonda sovietica Lunar 3. Ma
chi di noi ha mai guardato la luna pensando solo a tutto ciò?: la
luna ha ispirato canzoni romantiche, ha custodito il nascere degli
amori, ha ascoltato i nostri pensieri, i nostri sospiri e ci ha
consolato con la sua luce siderea nei momenti più tristi .Forse
così riusciamo a spiegarci perché la luna molto spesso
nell’immaginario infantile viene rappresentata come una faccina
che guarda verso la terra.
Ci
sono stati casi in cui la luna ha determinato alcune scelte di vita:
Raffaele Bendandi osservandola dalla spiaggia di Porto Corsini, in
una serata, durante una breve pausa tra gli impegni bellici, fu
illuminato dalla constatazione di quanto potente fosse la forza
attrattiva di questo nostro satellite. La immaginò come una mamma
che, con le sue lunghe braccia, attirava verso di sé le acque
terrestri, dando origine al fenomeno della marea (Mont Sanit Michel).
Fu proprio questa ipotesi di partenza che permise al sismologo
faentino di concretizzare una sua ipotesi di lavoro sulla previsione
dei terremoti, a cui ha dedicato una vita intera di lavoro e
passione.
Raffaele Bendandi
da ragazzo appena undicenne si appassiona di astronomia: ama guardare
il cielo, osservare le stelle e per questo compra i fascicoli scritti
da Camillo Flammarion sull’Astronomia popolare. Il Cosmo ha un fascino
particolare: nel 1908 avviene un evento in Italia (terremoto di Messina
28 dicembre) che allontana momentaneamente Bendandi da questa passione.
Egli si chiede perché non si possano evitare perdite di vite umane così
devastanti e si pone come obiettivo la previsione dei terremoti.
Bisogna tener presente che Bendandi ha frequentato solo fino alla
quinta elementare: inizia così quel periodo di autoformazione
scientifica che lo porta ad arricchire la sua biblioteca di moltissimi
libri che lo aiutano a farsi un quadro sulla scienza ufficiale del suo
periodo e di come le varie teorie siano condivise o no dagli scienziati
dell’epoca. Dai suoi scritti Parva favilla gran fiamma seconda
“Ricordo ancora con tutta la freschezza dei particolari, quando durante
la prima guerra mondiale , aviatore in una squadriglia di idrovolanti
nell’alto Adriatico, la marea
attirò la mia attenzione. Bendandi da questo momento
corre verso un traguardo che arriverà nel 1923. La sua teoria si basa
sulla azione gravitazionale dei pianeti del sistema solare sulla terra
e con l’utilizzo della regola del parallelogramma determina geometricamente
la risultante. Non soddisfatto dei risultati ottenuti introduce altri
4 corpi oltre Nettuno che chiama ultranettuniani, i quattro dell’Apocalisse,
“L’origine dei terremoti, secondo le mie teorie, è prettamente
cosmica. Il terremoto avviene, secondo i dati da me raccolti e controllati,
quando nel giro mensile di una rivoluzione lunare, l’azione del nostro
satellite va a sommarsi a quella degli altri pianeti”. La teoria
di Raffaele Bendandi denominata “sismogenica” non venne mai descritta
completamente ma i geogrammi costituiscono la rappresentazione geometrica
semplificata del suo metodo di previsione. Raffaele
Bendandi (Faenza 1893 – 1979)
nacque da una modesta famiglia
di lavoratori. A causa delle scarse disponibilità finanziarie, iniziò
presto a lavorare come orologiaio ed intagliatore, dopo aver frequentato
la scuola comunale “Tommaso Minardi” di Disegno Industriale e Plastica
per gli Artigiani di Faenza.
Nel 1915 fondò un Osservatorio Geofisico privato del quale fu direttore per l'intera vita. Nel 1920 divenne socio nazionale della Società Sismologica Italiana, ma fino all'anno 1925. Realizzò personalmente i suoi sismografi che venderà ad alcune università americane con il marchio MICROSISMOGRAFO REGISTRATORE “RABEN”. Pubblicò numerosi articoli per diverse testate nazionali ed internazionali e si dotò di una ricca biblioteca. Ricevette “per le sue utili e preziose previsioni” una visita non ufficiale ed un riconoscimento dall'Imperatore del Giappone HiroitoShowa-Tenny (1901-1989). Nel 1924, il Re d'Italia Vittorio Emanuele III gli conferisce la nomina di Cavaliere. Nel '26 venne diffidato dal diffondere in Italia qualsiasi previsione di terremoti. La diffida non fu mai sospesa, ma Bendandi continuò a scrivere sui giornali esteri. Nel 1931 pubblicò il suo primo libro intitolato “Un principio fondamentale dell'Universo” sul ciclo undecennale del Sole; nel 1947 diventa socio fondatore della Società Torricelliana di Scienze e Lettere e nel 1955 è membro onorario dell'Accademia di Studi Pitagorici. Per conoscere meglio Raffaele Bendandi e la Casa Museo visitate il sito ufficiale |