Alik Cavaliere - Lo studio


Avrei voluto proseguire con ordine, ma devo già tornare indietro. Nell'inverno '46/47 avevo avuto con Sangregorio un altro studio, in via S. Agnese. Ci era stato prestato gratuitamente da un ex capitano dell'esercito ex partigiano, ex tutto, che sperava in un sodalizio con dei giovani di avere un rilancio economico e spirituale. Durò poco. Intervenne l'ultra-ottantenne genitore del capitano e, con il garbo del vecchio signore milanese pratico di affari e di vita, ci scacciò informandoci che il suo figliolo ex capitano, ex partigiano, ex lavoratore da quel momento era anche ex padrone del locale. Nei pochi mesi lì trascorsi avevamo eseguito con Sangregorio il bozzetto per una crocefissione commissionataci da padre Davide Turoldo per la chiesa di S. Carlo. Era stata presa la decisione di decorare gli spazi restaurati con opere di artisti giovani. Avevamo ricevuto insieme alla commissione anche 10.000 lire di acconto per le spese. Ma apparse sulla volta le prime pitture "moderne" una sollevazione di popolo mise fine a ogni ulteriore possibilità di intervento.
Nel nuovo clima creatosi dopo l'aprile 1948, venivo gentilmente invitato a non frequentare più Brera anche perché ero stato uno dei partecipanti/protagonisti dell'incontro/scontro, iniziato all'Università e terminato in Prefettura, tra gli studenti milanesi e il Ministro della Pubblica Istruzione dell'epoca Guido Gonnella. Non trovando un posto disponibile mi organizzavo malamente in una soffitta del condominio dove abitavo con i miei, in via Visconti Venosta.


Alik Cavaliere e Giancarlo Sangregorio:
progetto di "Crocefissione" per la chiesa di San Carlo, Milano 1946/1947

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