Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Galliano Mazzon
Le quattro stagioni - 1965
olio su masonite - cm. 100 x 130

 

Galliano Mazzon (Camisano Vicentino 1896 - Milano 1978) Appena nato si trasferisce con la famiglia a San Paolo del Brasile. Dodicenne apprende a fare il fabbro, costruisce aquiloni, suona il flauto in un'orchestra, vende caramelle ai giardini pubblici e quando può, fugge nella natura vergine. Diciannovenne insegna l'abbecedario agli analfabeti di una scuola serale. Nel 1916 torna in Italia arruolandosi volontario, l'anno seguente perde la mano destra sul Monte Santo. Rieducato in una casa per mutilati, poverissimo, studia all'Accademia di Brera, abilitandosi all'insegnamento del disegno nelle scuole medie inferiori e superiori (1921) e conseguendo il diploma di pittura (1926). Nel 1928-29 ottiene i primi pubblici riconoscimenti per la sua attività di pittore. Frequenta dal 1930 la Galleria del Milione, centro dei pittori astrattisti italiani. Nel 1932 dipinge i suoi primi quadri astratti (trittico "Spazio sensibile"); ha pure esperienze surrealiste. Dal 1934 al 1938 vive solitario in una baita delle Dolomiti del Brenta; lo stesso anno pubblica, anonimo, un libro di poesie. La guerra sopravvenuta lo angoscia e nel 1944 è costretto a curarsi una grave depressione in una clinica di Varese. Nel 1945, tornato a Milano, insegna nella scuola media Alfredo Panzini. Riprende a dipingere. Nel 1948 entra a far parte del Movimento Arte Concreta (M.A.C.) con Soldati, Dorfles, Munari, Di Salvatore, Monnet. Partecipa a importanti esposizioni tra cui la mostra storica (1951) del primo astrattismo in Italia alla Galleria Bompiani (dove, nel dicembre del 1950, era stata presentata la "Scuola Mazzon", mostra dei dipinti degli allievi del pittore, frutto di una pedagogia presto divenuta internazionalmente famosa). Nel 1953 esce dal M.A.C. realizzando un figurativismo idealizzante, lirico e magico, che nel 1950-60 risentirà di influssi parainformali. Nel 1962, alle soglie di una nuova crisi depressiva, originata dal timore di una terza guerra mondiale, dipinge una serie di visioni desolate ed espressionistiche. Superato il momento difficile, inizia il terzo periodo della sua arte, con un astrattismo strutturalista - lirico ed è del 1965 una ampia rassegna di questi nuovi lavori alla galleria Il Salotto di Como. Nell'ottobre 1967 Carlo Ludovico Ragghianti lo presenta a Firenze tra i primi astrattisti italiani alla mostra storica "Arte Moderna in Italia 1915-1935" a Palazzo Strozzi. Nell'ottobre 1969 il Comune di Milano gli dedica una grande mostra antologica alla Civica Galleria d'Arte Contemporanea. Nel 1971 la galleria Peccolo di Livorno gli organizza un'importante mostra antologica all'Accademia d'Arte a Montecatini.

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