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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni
5/c 22100 Como
ARBORES ET HERBÆ
mostra tematica interdisciplinare
12 giugno - 15 luglio 2004
giovedì 17 giugno
Teodoro Margarita,
consigliere federale e coordinatore per la Lombardia dell'Associazione
Nazionale Civiltà Contadina, in qualità di Seed Saver (custode dei semi)
è intervenuto sul problema delle specie botaniche abbandonate
dall'agricoltura e del loro possibile recupero
Storia
di un mais, viaggiando intorno a una pannocchia aguzza.
Voglio
narrarvi di una pannocchia di mais, della sua storia, di molte mani,
di molte terre, di molte bocche che l'hanno assaggiata. La prima volta
che mi è stata portata si chiamava "scaiola" e l'aveva trovata
Daniele Engaddi, socio di Civiltà Contadina, a Vimercate. Era la nostra
I Giornata "In difesa della Terra" ad Erba, il maggio del
2003. Era una pannocchia dai chicchi aguzzi, terminanti con un uncino,
qui in Brianza conosciuta ed apprezzata per la polenta. Una varietà
in via di sparizione per la "resa bassa", sostituita, come
le altre antiche, dagli ibridi anonimi dei consorzi.
A Bellinzona, alla Festa della
"Pro Specie Rara", lo stesso mais era conosciuto come "mais
di Carnago", dal nome del paese ticinese dove era stato ritrovato.
Ma è quest'anno che intorno a questa pannocchia abbiamo ricevuto le
più svariate notizie.
Il "barba", Sergio Finazzi,
già oste, ora viticoltore, questo mais che chiama "rampinel",
l'ha usato per cucinarci una polenta da premio, ha vinto infatti, in
una gara tra cuochi, il massimo trofeo per squisitezza, proprio con
la scaiola. Per il "barba" la qualità è un impegno serio:
un suo vino si fregia del "Sole" nella Guida Veronelli. E'
lui che mi spiega di come questo mais fosse il tipico granoturco da
collina, più resistente all'umidità, coltivato, è il solo possibile,
oltre una certa altitudine.
Altre varianti della scaiola,
sono il "rosso di Rovetta", ritrovato da Gimbattista Rossi
del coordinamento bergamasco presso un anziano contadino. Con questo
rosso di Rovetta è stato realizzato un labirinto dall'Orto Botanico
di Bergamo, presso la ludoteca di Torre Boldone: alla raccolta, quest'autunno,
si preparerà polenta per tutti. Domenica 6 giugno, a Cernusco Lombardone,
alla manifestazione "Andar per vecchi semi", il signor Pirovano,
al quale abbiamo fatto dono di mezza pannocchia, ci ha riferito dell'ennesima
denominazione di questo nostro mais: "dint de rat", dente
di topo, se lo ricordava bene per questo "dente" affilato
che faceva sanguinare le dita a sgranarlo. Una signora di un'azienda
agricola piemontese ha riconosciuto questo mais per "dente di cavallo"
e siamo alla fine dei molti nomi della scaiola brianzola. E' una vera
e propria storia di lingue, di tradizioni, di coltivazioni e lavorazioni,
di dialetti e comunità distanti pochi chilometri eppure un poco differenti.
Questo è un esempio di cosa voglia dire proteggere la "biodiversità:
significa proteggere la memoria viva di saperi, di generazioni e generazione
di contadini che si sono susseguite adattando alla propria peculiare
sensibilità, una pannocchia, in questo caso, facendola propria, rendendosela
e tramandandosela, per via dei molti nomi, sempre diversi, come propria.
Noi di Civiltà Contadina della Lombardia abbiamo il nostro seme simbolo,
è proprio questo versatile, eccellente, profumatissimo mais: chissà
quanti altri nomi avrà ancora, quanti altri ricordi susciterà se venisse
mostrato in altre zone.
Questa è la testimonianza vivente
di come sia importante il nostro lavoro di ricerca e divulgazione. Inoltre
faccio proprie le riflessioni di Gian Battista Rossi di Bergamo, se
si parla di "bassa resa" per questo mais, bisogna vedere quanta
acqua, quanti pesticidi, quindi quanti danni sono stati addebitati alla
comunità, l'estate scorsa in regime di siccità, gli altri più "redditizi"
mais, a fronte di una parsimoniosa consumatrice d'acqua come la nostra
scaiola. Ecco che questa storia valeva proprio la pena d'essere narrata,
a futura memoria, per i contadini lombardi di domani.
Teodoro
Margarita
Civiltà
Contadina Associazione nazionale per la valorizzazione del mondo rurale
Si
è costituito il gruppo locale in Lombardia di "Salvatori di semi"
di colture vegetali tramandate da secoli e altrimenti perdute perché
minacciate dai mercanti dei geni. Ognuno di noi si impegna ad ospitare
e coltivare nel proprio orto/balcone almeno una varietà di queste colture
altrimenti perdute e conserva i semi per poterli scambiare l'anno successivo.
Ognuno poi si impegna a raccogliere informazioni sulle vecchie varietà
ancora rimaste presso i contadini residenti nella propria zona.
Per informazioni, semi e altro scrivete a Teodoro Margarita
thermidore@yahoo.com
o visitate il sito di Civiltà Copntadina e dei Seed Savers Italiani
www.biodiversita.info
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