Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c 22100 Como
ARBORES ET HERBÆ

mostra tematica interdisciplinare
12 giugno - 15 luglio 2004



Max Kuatty
Grandi autori
polaretablo su tela - 1980 - cm. 50 x 35


Codex Codicum (1999/2000)
Roma 1° Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace. Il velo della consacrazione.

La ricorrenza millenarista, la fine di un secolo che annuncia il nuovo millennio, ecco sicuramente uno spazio privilegiato della nostra coscienza planetaria. Una coscienza le cui più alte manifestazioni s’incarnano negli universi mitici dell’etica, della scienza e dell’ambiente. Dare la parola ai protagonisti dell’umanità in questi tre vasti settori: tale è l’ambizioso progetto intrapreso da City Art International, e il Cigno Galileo Galilei sotto il patrocinio spirituale più appropriato per un grande destino, quello del Vaticano, ll 20 e 21 aprile 1999 si terrà a Roma il primo Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace. Sono attesi ventitré premiati, da Gorbachev a Kissinger, da Arafat a Mandela, dal Dalai Lama a Leach Walesa, da Shimon Peres a Rigoberta Menchù. Gli originali dei testi-testimonianza scritti per questa occasione saranno conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Verranno inoltre riprodotti in un’opera monumentale con la prefazione del Santo Padre, Giovanni Paolo II, un vero Codex Codicum, un codice di tutti i codici destinato a raccogliere i messaggi delle più grandi personalità del mondo. Il primo volume del Codex Codicum sarà dedicato ai Premi Nobel per la Pace ed i loro interventi sottolineeranno l’afflato spirituale che alimenta, ai quattro angoli della Terra, la fiamma inestinguibile di questa fondamentale speranza. L’illustrazione dell’opera è stata affidata al Maestro Max Kuatty, il più originale ritrattista di questo secolo. Conosco questo artista da più di trent’anni ed è stato presente ad ogni svolta della mia analisi teorica e pratica delle motivazioni essenziali dell’arte contemporanea. È sempre stato presente nei momenti chiave del dibattito sull’arte e la morale, sull’arte e la scienza, sull’arte e la natura. Il suo contributo estetico all’ecologia della natura amazzonica si è rivelato di primaria importanza. Da vent’anni a questa parte il suo intervento originale nel dominio secolare della tradizione iconografica ha assunto un’importanza capitale. Nel momento in cui il destino dell’immagine pittorica è stato sempre più condizionato dall’intervento di processi fotomeccanici, Max Kuatty ha rivoluzionato l‘arte del ritratto.
Il punto di partenza è [a fotografia nella sua concezione più diretta ed immediata, la Polaroid. L’immagine pellicolare del modello viene poi fissata su di un supporto complesso che evoca la solenne e sublimante morfologia dei retablo, le pale d’altare rinascimentali. Il titolo generico dei ritratti di Max Kuatty rende conto di questo doppio riferimento: Polaretablo - Pola(roid); retablo. I Polaretabli percorrono così tutta l’arte di due secoli, il Quattrocento e il Cinquecento, e sotto la forma riporti sinopici di affresco. I volti generati delle più famose opere di Piero della Francesca, di Masaccio, di Paolo Uccello o di Michelangelo sembrano giungere fino a noi attraverso uno specchio privo di foglia, coperti in alcuni punti da un leggero velo di polvere, testimone occasionale di una traversata atemporale.Come possono queste immagini prodotte da una Polaroid di grandi dimensioni inscriversi, simili ad uno “strappo d’affresco”, sulla carta, la tela, il legno o il muro con la patina immemorabile di una storia infinita? È qui che interviene tutta la magia alchemica del pittore. Sul supporto scelto, Max Kuatty stende una pasta emulsionata con agenti chimici, il cui aspetto è quello dello stucco ma che raggiungerà la rigidità del cemento. Su questa superficie fotosensibile s’imprimerà, attraverso la proiezione della Polaroid, l’originale volto referenziale. Alcuni ulteriori ritocchi con pittura ad olio o colori acrilici, dei collage di gesso o di terriccio, possono accentuare più o meno la trasposizione del ritratto e fare di questo sapiente riporto di un clichè fotografico, l’opera indiscutibile di Kuatty. La raffinatezza di questa tecnica appropriativa toglie il respiro. Scoprire, attraverso un magico tuffo nell’alchimia di tutti i saperi passati, le sembianze di questi noti personaggi, che hanno riempito le pagine dei giornali con [e giuste cause della storia recente, ci lascia ammirati e sbalorditi nello stesso tempo. Trovarsi davanti Yasser Arafat che sembra appena sceso da un cavallo di Paolo Uccello: c’è da rimanere sorpresi.
Tutti i premi Nobel ritratti da Max Kuatty sono ancora in vita, eccezion fatta per Madre Teresa di Calcutta. Vederla, coperta dal suo velo bianco e blu, con la sensazione che abbia appena lasciato la Madonna del Parto, ecco un altro choc che ci fa riflettere sulla relatività del tempo e sulle sue impressioni superficiali e dispersive. I ritratti di Kuatty rendono più umani i personaggi, evidenziando nel contempo questa soffusa dimensione di distanza che conferisce alla loro identità una sorta di supplemento d’anima. Attraverso il prisma retinico di Max Kuatty i Premi Nobel sembrano esprimere la serenità ed il distacco della consapevolezza di un compito portato a termine. La patina del procedimento di Kuatty li fissa nell’intensità vitale di uno sguardo penetrante, un po’ alla maniera dei Ritratti del Fayyùm.
Siamo molto lontani dal maquillage “people” delle riviste di moda e di mondanità. Ed infatti, queste immagini sono fatte per durare. Si apprestano ad entrare nel purgatorio dei semidei o dei quasi-santi che la storia, con i suoi tribuni e i suoi tribunali, le sue commissioni e le sue origini, ha deciso di assegnare loro come destino esemplare. Dopo tutto, va bene così. I semidei della morale, della scienza e della natura sono in fondo rimasti degli uomini che sentono, forse, l’esigenza di assumersi un compito supplementare, quello di comportarsi se non da protagonisti, almeno da comparse attive della grande storia che li ha sfiorati con un dito ad un certo punto della loro esistenza. Questa è la morale da trarre dalla visita a questa galleria di ritratti. Per far entrare ventitré Premi Nobel per la Pace nei campi Elisi della grande storia, e per tenerceli a colpo sicuro, era necessario tutto il geniale talento del ritrattista Max Kuatty: egli li ha fatti entrare nello spazio della grande pittura e nel suo velo di consacrazione.

 

Pierre Restany

 

 

Le opere di Max Kuatty (1930) si trovano nei più importanti musei e collezioni pubbliche e private in Italia e all'estero.

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