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Ideo Pantaleoni (Panta)
di Franco Passoni

[...] Ideo Tommaso Pantaleoni - questi erano i suoi dati d'identità rilevati dal certificato di battesimo - per tutti, compresa sua moglie Bianca Magri, veniva chiamato "Panta" e tanto connaturato gli era questo vezzeggiativo affettuoso, che sovente firmava le sue opere di pittura e scultura con questo nome. Pantaleoni era un ferrarese d'origine e, del tutto incidentalmente, era nato a Legnago vicino a Verona nel 1904, il 12 ottobre. Trascorse una lunga vita d'artista, con alti e bassi, e improvvisamente scomparve il giorno di Natale del 1993, dopo aver compiuto ottantanove anni, colto da una crisi cardiaca.
La sua vita si spense sommessamente in un giorno di festa, dedicato ai valori della famiglia, della pace e della umana solidarietà.
A Legnago ebbe i suoi natali in quanto in quel luogo, in quel tempo, suo padre Paolo era stato momentaneamente trasferito dal suo lavoro di assicuratore. La mamma, Lucilla Sabbioni, era una massaia dolcissima, d'origine mantovana, nel 1900 aveva già dato alla luce la primogenita Maria, in Ferrara, che fu amorosa sorella di Panta a lui molto legata, tanto che non si sposò mai per restargli vicina.
I primi anni infantili lo videro con la famiglia trasferito a Mantova e poi, nel 1910, di nuovo a Ferrara dove in quella città incominciò a frequentare le scuole elementari, manifestando precocemente delle grandi qualità di disegnatore straordinario.
Poiché all'età di otto anni abitava in una bella casa, nel cuore della città che è tanto ricca di memorie storiche incantevoli, sull'altro lato della via c'era il palazzo di un Conte, con un largo marciapiede di asfalto al posto dei ciottoli che normalmente usano nell'habitat cittadino. Su quel marciapiede Panta disegnava con dei gessi colorati delle stupende battaglie, soggetti biblici, sacre composizioni, oppure ritratti di Garibaldi, dei Re di Casa Savoia, insomma un vasto repertorio di figure che gli venivano suggerite dalle iconografie di immagini da lui osservate su libri, cartoline, scatole di cioccolatini nelle pasticcerie o, talvolta, dalle visite a qualche museo. Le sue produzioni erano l'autentico frutto della sua grande passione di disegnatore spontaneo, in quanto non si sognava d'essere poi un protagonista importante del futuro. Confidava lui stesso, in rari momenti, che la gente ferrarese negli orari del passeggio, manifestava interesse ai suoi lavori e quando passava vicino alle figure dimostrava riguardo e passava a lato per non cancellarle. Nel 1919 venne iscritto alla "Scuola d'Arte Dosso Dossi" congedandosi diplomato, poi frequentò l'Accademia di Bologna che lasciò quando aveva affinato le sue tecniche. Nel 1923 Panta si trasferiva a Milano e si inseriva nell'ambiente artistico, frequentando tra l'altro De Pisis, Carrà e Sironi e tanti altri, che lo aiutarono a capire il rigore della pittura, studiando le composizioni, gli usi e gli accordi di colore, la solidità degli impianti spaziali.
Panta era cordiale, educato, introverso e timido, mai invadente e dotato di un innato sense of humor. Era preciso, elegante nella persona, raffinato e con un grande senso della propria dignità e sempre disponibile verso gli amici e i colleghi. Lentamente era riuscito a conquistare una propria clientela che lo stimava. Fin dal 1930 aveva esposto alla "Permanente", dopo cominciò a partecipare a premi d'arte, come il famoso "Premio Bergamo ". Nel 1940 scoppiava la seconda guerra mondiale e come tutti visse tante disavventure, in quello stesso anno a Rapallo incontrava Bianca Magri, una donna molto bella, vivace, sportiva ed esuberante. I due divennero inseparabili e nel 1947 si sposarono felicemente. Fu così che nel 1948 Panta andò a Parigi per la prima volta, anche perché come pittore da qualche tempo aveva cominciato a dipingere quadri non-figurativi ch'erano disprezzati dal mercato, quindi per vivere doveva controvoglia dipingere, di tanto in tanto, quadri figurativi.
Le sue opere astratte erano di una bellezza straordinaria per le sue gamme di colore che lo resero celebre come il "maestro dei grigi ". In quello stesso anno aderiva al "M.A.C." di Milano partecipando a tante mostre del gruppo dal 1948 al 1958. Molto frequentemente si trasferiva a Parigi ove si fermava per lunghi periodi anche perché trovò mercanti che lo sostennero e molta fortuna critica.
In tempo di guerra Panta aveva uno studio in via Fontana che venne distrutto dai bombardamenti, successivamente sfollò a Ligorno, vicino a Cantello, dove un collezionista-mecenate gli aveva dato la possibilità d'aprire in luogo uno studio. Eravamo ancora in guerra quando Panta scoprì un altro studio in via Sacchini, a Milano, che affittò pensando alle difficoltà di reperire spazi di lavoro nel dopoguerra.
[...] Il mercante parigino di Panta era Monsieur Resse, un uomo di garbo e innamorato della sua pittura non-figurativa. Nei soggiorni francesi del pittore comperava tanti quadri e lo pagava profumatamente, come usavano fare i veri mercati d'arte che credevano nei lori pupilli. Monsieur Guy Resse era il proprietario della "Galerie La Roue" in Rue Gregoire de Tour a Parigi e, nel 1958, gli organizzò in quella sede una mostra personale ch'ebbe un enorme successo di vendite, di critiche e di pubblico, tanto è vero che il "Musée d'Arte Moderne de la Ville de Paris" comperò il quadro "Composition" de1958.
Panta ha partecipato a molte mostre nazionali e internazionali, tra le quali in breve vogliamo ricordare "La Biennale di Venezia ", la "Triennale di Milano ", le "Quadriennali romane", e, inoltre, è stato ripetutamente invitato per moltissime annate alle mostre di gruppo delle "Réalités Nouvelles" di Parigi, dal loro fondatore A. Fredo-Sides che nel 1952 gli concesse l'onore di considerarlo come "membre-societaire". Nel 1956 il "Kolgate University Museum " di New York gli acquistava un suo dipinto. Panta era ormai accolto ovunque e la sua pittura aveva sempre più successo.
Nel 1957 aveva segnato un suo mutamento che, dalle forme astratte-concrete, campite da colori netti e da strutture costruttive, lo portava verso le ricerche di nuove forme d'impianto "astratto-informale", composte con molto rigore pittorico e con effetti tonali di trasparenze dei piani sovrapposti.
Nelle due estati del 1958/59 che segnarono la fine del "M.A.C." in modo definitivo, Panta si trovava ad Albisola e seguendo il suggerimento dell'amico Lucio Fontana, iniziava a lavorare la ceramica ottenendo ottimi risultati anche in questo campo.
Nel 1960 esponeva ancora e con maggior successo alla "Galerie la Roue" di Parigi e, nel 1968, nel corso dell'organizzazione della sua terza mostra personale nella stessa galleria, a causa delle manifestazioni "sessantottesche" del maggio francese, la rassegna non venne aperta e gli effetti furono così disastrosi per Monsieur Guy Resse che, a causa della crisi economica internazionale, poco dopo chiuse i battenti e qualche mese più tardi morì d'infarto.
[...] Panta lavorò e partecipò a tantissime manifestazioni d'arte italiana ed estera sui temi astratti e continuò la sua ascesa, sempre con molta misura e modestia, conquistando ogni giorno il favore dei suoi sostenitori. Tra gli artisti aveva avuto rapporto con tantissimi di loro, da Soldati, a Veronesi, Monnet, Munari, Dorfles, Bertini, Regina, Mazzon, Max Huber e altri. A Parigi iniziò a frequentare il gruppo degli italiani residenti, da Bozzolini a Falchi, Giglioli, Righetti, agli altri pittori ch'erano francesi o che avevano scelto di vivere a Parigi come Dewasne, Hartung, Herbin, Poliakoff, Pillet, Atlan, Seuphor che oltre tutto è stato il grande storico di tutti gli "Astratti" di quegli anni vitali, ora critico intelligente e informato, ora storico d'arte e testimone essendo lui stesso pittore.
Panta venne a mancare a Milano il giorno di Natale del 1993, quando non aveva superato i novanta anni d'età e venne colpito da una improvvisa crisi cardiaca che rese impossibile ogni soccorso, malgrado i pronti interventi. La sua scomparsa ha lasciato un grande vuoto in tutti quelli ch'erano i suoi amici, la sua morte ha crudelmente colpito la moglie Bianca che con lui aveva diviso le lotte, le soddisfazioni, le amarezze, tanti viaggi e tanto amore.
Avendo vissuto la maggior parte del suo tempo a Parigi, nel corso dei venti anni e cioè da 1948 al 1968, Panta fu in un certo senso il vero e discreto ambasciatore del "M.A.C.", sia perché creò contatti con gruppi francesi assai attivi che alimentavano le speranze e i desideri d'espansione del movimento italiano, in un'orbita progressista ch'era di avanguardia e di fiduciosa disponibilità agli scambi culturali, così come era già avvenuto con i diversi gruppi del "M.A.C." che erano stati costituiti a Torino, Genova, Napoli, Firenze, La Spezia, Catania, Chiavari, Livorno e che operavano in piena libertà con ottiche multipolari, aperti in comune alle ricerche non-figurative.
È noto che anche Prampolini, l'intelligente futurista, aveva aderito per un breve periodo al "M.A.C.", ma la sua presenza non fu risolutiva nei riguardi degli artisti francesi o viventi a Parigi, come invece lo fu quella di Panta che, seppure con meno prestigio e avendo tra l'altro un carattere molto riservato e introverso, godeva della simpatia e della stima di tanti artisti ch'erano uniti ai suoi ideali di precursore visuale concretista.
[...] Panta era un meditativo che perseguiva con rigore le raffinate modulazioni, spaziali o cromatiche, con una sintassi personale "non-oggettiva" che era dettata dalla ricerca costruttiva. Le sue forme, nella loro apparente staticità, perseguivano con i ritmi un dinamismo spaziale, sugli aspetti fenomenici dell'invenzione razionale e percettiva, il cui riferimento d'obbligo era l'armonia nel rigore compositivo. In questo senso era un eccellente e preciso lavoratore, molto estroso e ricco di grande cultura visiva. Leggeva infatti moltissimo e seguiva con grande attenzione gli scritti dei grandi maestri che erano più affini al suo mondo, alla sua ricerca, soprattutto alla sua riservata sensibilità coltivata in silenzio. Non soffriva di gelosie, era molto attento e un buon osservatore. Quando vedeva un qualunque dipinto era uso soffermarsi a lungo e, nelle sue pacate osservazioni non era mai superficiale o presuntuoso.
Ero solito dire: "... sai io amo stare in studio, dipingere e stimolare di continuo il mio pensiero. Ogni tanto, nei momenti di pausa, sfoglio qualche libro d 'arte. Questo è un esercizio che mi porta a una grande serenità, e a una grande stima per tutti i precursori... l'utopismo del nostro tempo comincia nelle fabbriche e finisce nella tecnologia e nell'arte...".
Ormai le frontiere dell'utopia hanno raggiunto le loro mete e hanno superato il concreto con la virtualità elettronica: cosa intendiamo scegliere per il nostro domani?

Principali mostre personali:

1939 Galleria Gian Ferrari, Milano
1943 Galleria Annunciata, Milano; Galleria Varese, Varese
1944 Galleria Gavioli, Milano; Galleria S.Andrea, Milano
1945 Galleria S.Andrea, Milano
1958 Galerie La Roue, Parigi
1960 Galerie La Roue, Parigi
1962 Galleria del Grattacielo, Legnano
1968 Galleria Vismara, Milano
1971 Galleria Vismara, Milano
1975 Galleria Pianella, Cantù
1977 Galleria Vismara, Milano
1978 Galleria Ravagnan, Venezia
1985 Galleria Civica d'Arte Moderna - Palazzo dei Diamanti, Ferrara; Studio d'Ars, Milano
1990 Pinacoteca Comunale "Loggetta della Pinacoteca", Ravenna; Galleria Martini&Ronchetti, Genova
1991 Museo Alternativo di Remo Brindisi, Lido di Spina (FE)
1993 Galleria Radice, Lissone (MI); Museo d'Arte Moderna di Ferrara
1994 Galleria Radice, Lissone (MI); Civica Galleria d'Arte Moderna, Gallarate (VA)
1996 Galleria il Segno - Europ Art Génève, Ginevra (CH)
1998 Galleria Arte Centro, Milano
1999 Galleria Radice, Lissone (MI)
2000 Ex Chiesa di San Pietro in Atrio, Como

Principali esposizioni collettive:

1935 Premio Banca popolare di Novara, Milano
1937 II Mostra Nazionale Sindacale, Napoli
1939 III Quadriennale d'Arte, Roma
1940 Premio Bergamo; Premio Cremona
1941 Premio Bergamo; III Mostra Nazionale Sindacale, Milano; Mostra d'Arte Italiana, Hannover
1942 Premio Bergamo
1946 II Mostra d'Arte Contemporanea del Fondo Matteotti, Milano; Premio "Gatto Nero", Milano
1947 Premio Bompiani-Ducati
1948 XXIV Biennale di Venezia, Venezia; Premio "Forte dei Marmi", Forte dei Marmi (LI)
1949 IV Salon des Réalités Nouvelles, Parigi
1950 V Salon des Réalités Nouvelles, Parigi
1951 Galleria Nazionale d'Arte Moderna - Arte Astratta e Concreta, Roma; Galleria Bergamini - Arte Concreta, Milano; VI Salon des Réalités Nouvelles, Parigi
1951 Galleria Annunciata, Milano; Saletta dell'Elicottero - Forme concrete nello spazio realizzate in materiale plastico, Milano
1952 VII Salon des Réalités Nouvelles, Parigi
1953 Galleria San Matteo - Astratto/Concreto, Genova; Mostra della collezione dello studio b24 di Milano, Bergamo; VIII Salon des Réalités Nouvelles, Parigi
1954 Decima Triennale di Milano, Milano; IX Salon des Réalités Nouvelles, Parigi; XXXVI Salone dell'Automobile di Torino,Torino
1955 Galleria del Fiore - Esperimenti di Sintesi delle arti, MAC/Espace, Milano
1956 Galleria Schettini - Mostra d'Arte Contemporanea, Milano
1957 Galleria Schettini - la Rassegna Nazionale di Arte Concreta, Milano; Galerie Creuze - Cinquante ans d'art abstrait, Parigi; Galleria La Tartaruga - Micro Salon, Roma
1958 Libreria Salto - Mostra Edizioni Arte Concreta, Milano
1965 IX Quadriennale d'Arte, Roma
1966 IV Biennale di Pittura, Saronno
1970 Fondazione Pagani - Mostra internazionale di scultura all'aperto, Legnano-Castellanza
1978 Minigalleria - Cinque Scultori, Serravalle Sesia; Galerie de l'Université - Aspects de l'Art Italien d'aujourd'hui, Parigi
1982 Civica Galleria d'Arte Contemporanea - XXXIII Mostra d'Arte Contemporanea, Torre Pellice
1983 Galleria Vismara - Aniconicità Europea 1950/1960, Milano
1984 Civica Galleria d'Arte Moderna -M.A.C., movimento arte concreta 1948-1958, Gallarate (VA)
1996 Galleria Niccoli - M.A.C. Movimento Arte Concreta 1948-1958, Parma
1997 Galleria Credito Valtellinese - M.A.C. e Dintorni - Palazzo Sertoli, Sondrio
1999 Acquario Romano - M.A.C./Espace, Roma; Museo "G.Bargellini" - Generazioni Italiane del '900, Pieve di Cento (FO)

Opere di Pantaleoni si trovano nelle collezioni dei seguenti musei: Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna - Milano, Raccolte del Comune di Milano - Torino, Galleria d'Arte Moderna - New York, Kolgate University Museum - Parigi, Musée d'Art Moderne de La Ville de Paris - Gallarate, Galleria Civica d'Arte Moderna, Sala del M.A.C. - Ferrara, Galleria Civica d'Arte Moderna - Donazione di un gruppo di opere (1993) - Legnano, Fondazione Pagani - Lido di Spina (Ferrara) Fondazione Remo Brindisi - Ravenna, Pinacoteca Comunale - Pieve di Cento, Museo d'Arte del '900 G.Bargellini

Di lui hanno scritto: Carlo Carrà, Gillo Dorfles, Guido Piovene, Dino Bonardi, Vincenzo Costantini, Alfio Coccia, Anna Cristofaro, Trapella, Innocenzo Salvo, Guido Marangoni, Enotrio Mastrolonardo, Mario Monteverdi, Ugo Nebbia, Franz Sartori, René Massat, Denis Chevalier, Henry Gally Carles, Yvonne Hagen, Luce Hoctin, Claude Riviere, Herta Wecher.

 

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